domenica 6 agosto 2017

Proteste in Tunisia contro il passaggio della C-Star, la nave di "Generazione identitaria"


(ANSAmed) - TUNISI, 06 AGO - In vista del probabile arrivo, oggi, al porto tunisino di Zarzis, della nave C-Star (noleggiata da Generazione identitaria, organizzazione multinazionale di estrema destra, francese, italiana e tedesca che appoggia l'iniziativa Defend Europe) il "Collettivo dell'Africa del Nord contro la nave razzista C-Star", ha lanciato un appello alla mobilitazione immediata al porto di Zarzis "per impedire ogni tentativo di attracco e di rifornimento della nave anti-migranti e per mostrare loro il nostro disgusto nei confronti dei loro propositi e delle loro azioni", si legge in un comunicato pubblicato in rete dal gruppo.

Defend Europe

Secondo il settimanale Famiglia Cristiana, ci sarebbe un legame tra l'indagine sulla nave dell'Ong tedesca Iuventa e l'operazione anti-migranti portata avanti da 'Generazione identitaria', il gruppo di destra che ha lanciato la campagna Defend Europe contro lo sbarco sulle coste italiane. 

Questa ipotesi è articolata in questo articolo di Famiglia Cristiana dedicato alla questione dei possibili accordi tra ong e trafficanti di migranti. Il link di cui parla il settimanale cattolico sarebbe il contatto tra la società di sicurezza privata Imi Security Service di Cristian Ricci - ovvero il gruppo di contractor che avrebbe denunciato le "anomalie" della nave Iuventa, facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani - con l'ex ufficiale della Marina militare Gian Marco Concas.

 "Il nome di Concas è inserito - scrive Famiglia Cristiana - nel gruppo social ufficiale della società che nell'ottobre dello scorso anno inviò prima all'Aise (servizio segreto militare) e poi alla squadra mobile di Trapani la segnalazione sui movimenti 'sospetti' della nave dell'Ong tedesca, sequestrata lo scorso 2 agosto dal Gip di Trapani. Il gruppo non è aperto al pubblico, è collegato al sito web ufficiale della Imi e prevede l'approvazione della richiesta di iscrizione da parte degli amministratori. L'elenco degli iscritti è invece liberamente consultabile, e composto da diversi contractor, molti dei quali con esperienze militari attive nel curriculum. In sostanza si tratta dello stesso contesto di provenienza della società di mercenari inglese che ha fornito a Generazione identitaria la nave C-Star, ora in arrivo sulle coste libiche".  

Appello in Tunisia contro C-Star

Appello contro arrivo C-star in Tunisia "Facciamo appello a tutti gli attori della società civile, a tutti i responsabili, a tutti i marittimi, i guardacoste, a tutti i portuali, a tutte le parti interessate in Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto, affinché si oppongano all'arrivo della nave C-star in uno dei nostri porti, a impedire che entri nelle nostre acque territoriali e a rifiutarsi di trattare o comunicare con il suo equipaggio". È quanto si legge in un comunicato del neonato "Collettivo contro la C-star in Tunisia", la nave noleggiata da Generazione Identitaria, organizzazione multinazionale di estrema destra, francese, italiana e tedesca nata nel 2012, che appoggia l'iniziativa Defend Europe per "monitorare e denunciare l'attività illecita delle navi delle ong" impegnate nel soccorso di migranti e "fermare i criminali che fanno affari con i trafficanti di uomini". Il collettivo segue con puntualità e apprensione gli spostamenti della nave in questione, poiché è forte la probabilità che la stessa possa attraccare in uno dei porti tunisini nei prossimi giorni per fare rifornimento. "Riportare i migranti verso le coste libiche dove già molti di loro sono detenuti in condizioni disumane e ostacolare le attività delle ong e le operazioni di soccorso, mettendo così a grave rischio chi si mette in viaggio e, naturalmente, assicurarsi una chiassosa campagna di comunicazione". Questi gli obiettivi di codeste organizzazioni fasciste si legge ancora nel comunicato. "Rigiriamo contro di loro lo slogan dell'operazione "Defend Europe": che se tornino a casa, qui non sono i benvenuti! In Egitto, in Grecia e anche in Sicilia, gruppi di cittadini/e antirazzisti/e hanno già debellato i tentativi d'approdo della C-star e ridicolizzato la sua propaganda. Si stanno avvicinando alle coste tunisine, allora facciamo la stessa cosa qui! "Defend Europe" - Go home!" con questo slogan, si conclude il comunicato del collettivo. 

MsF

Verifiche su MsF Intanto, dopo il caso Jugend Rettet adesso sono in corso verifiche - non è arrivato alcun avviso di garanzia - anche su Medici Senza Frontiere, la più grande delle ong a non aver firmato il codice di comportamento redatto dal Viminale. Gli accertamenti riguardano anche in questo caso gli sconfinamenti in territorio libico, trasbordo di persone direttamente dalle imbarcazioni degli scafisti (la cosiddetta "consegna concordata") o dalla nave Iuventa (di Jugend Rettet) senza essere state allertate direttamente dalla Guardia Costiera.  Msf: dalla Procura nessuna comunicazione Con una nota Medici senza frontiere fa sapere che le notizie circa le verifiche non hanno riscontro, che sono vecchie accuse e, soprattutto, che "non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani nè da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare".  Intanto Medici Senza Frontiere ha salvato 144 persone A cinque giorni dal rifiuto di firmare il codice MSF continua a lavorare nel Mediterraneo sotto il coordinamento della Guardia Costiera e ha salvato 144 persone. Il presidente Loris De Filippi ha sottolineato che "non c'è alcun atteggiamento di sfida alle istituzione" ma semplicemente il proseguimento della loro attività umanitaria.  

Jugend Rettet

Jugend Rettet: vogliamo dissequestro Iuventa, vogliamo lavorare La Procura di Trapani sta indagando sull'operato della nave Iuventa, ora ormeggiata in porto. E' un vecchio peschereggio che i giovani tedeschi della ONG hanno sistemato grazie a risparmi e donazioni, finita ora sotto accusa - dopo la mancata firma del codice delle ONG - per aver cercato, sono le accuse, di creare una sorta di organizzazione di soccorso parallela a quella ufficiale. Non ci sta, Jugend Rettet, che alle accuse ribatte con i numeri che la spingono a voler tornare in mare: "Negli ultimi due giorni sono stati trovati otto cadaveri, il sequestro della nostra nave ci impedisce di lavorare in quell'area". L'avvocato Leonardo Marino sta lavorando in quella direzione: "Chiederemo la restituzione del bene, siamo nella fase embrionale e al momento non sappiamo di essere indagati, difendo il rappresentante della Ong, una donna, che era sulla Iuventa e che tecnicamente non è indagata: le e' soltanto stato notificato il decreto di sequestro preventivo".

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