Atto
Camera
Mozione
1-01081
presentato
da
BASILIO
Tatiana
testo
presentato
Mercoledì
16 dicembre 2015
modificato
Giovedì
20 luglio 2017, seduta n. 838
La
Camera,
premesso che:
premesso che:
il
Trattato di non proliferazione nucleare sancisce l'obbligo per
l'Italia di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati nucleari,
di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio;
nello specifico, l'articolo 1 recita: «Ciascuno degli Stati
militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non
trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari
esplosivi, ovvero il controllo su tali armi e congegni esplosivi,
direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non assistere, né
incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non
nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altri
congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o
congegni esplosivi»;
secondo
quanto affermato dall'Istituto affari internazionali nel documento
«Il dibattito sulle armi nucleari tattiche in Italia» nonostante
l'esplicito impegno a «creare le condizioni per un mondo senza armi
nucleari», il nuovo Concetto strategico della Nato, adottato a
Lisbona il 19 novembre 2010, ribadisce che «fintanto che ci sono
armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà una Alleanza nucleare».
Ultimo caso di dispiegamento avanzato (forward deployment),
cinque paesi dell'Alleanza atlantica – Belgio, Germania, Italia,
Olanda e Turchia continuano ad ospitare armi nucleari tattiche (Ant)
statunitensi all'interno dei propri confini. Il tipo di arma nucleare
a disposizione della Nato attualmente ospitata sul territorio europeo
è la bomba B-61, che è comunemente classificata come tattica.
Attualmente sono in servizio le versioni B61-3, B61-4 e B61-10,
costruite tra il 1979 e il 1989, con varie opzioni di potenza da 0.3
a 170 chilotoni. Le bombe possono essere trasportate dagli aerei
statunitensi F-15E e F-16C/D e dagli aerei delle forze europee come
gli F-16 belgi, olandesi, turchi e i Tornado italiani e tedeschi. Le
bombe sono custodite sotto il controllo americano dagli US
Munitions Support Squadrons (Munss);
svariati
organi di stampa parlano di atomiche americane presenti in Italia
nelle basi di Aviano e Ghedi, di esercitazioni svoltesi nelle stesse
per valutare la sicurezza delle armi nucleari e di addestramento
specifico rivolto al personale militare per fronteggiare emergenze di
carattere nucleare in caso di incidenti con queste stesse armi;
i
siti Internet ufficiali dell'Aeronautica militare
statunitense affermano che nella base di Aviano, esistono
apparecchiature specifiche per il controllo e la manutenzione di
questo genere di armamenti;
anche
nel bilancio 2018 dell'USAF si stanziano fondi per l'F-35A DCA (Dual
Capable Aircraft) con capacità nucleare. In particolare, nel
bilancio di ricerca e sviluppo 2018 per la US Air Force in
discussione in questi giorni al Congresso statunitense sono previsti
fondi aggiuntivi per lo sviluppo della versione DCA
dell'F-35A Lightining II. La versione DCA è
previsto possa portare nella stiva interna due bombe nucleari
B61-12;
il
programma di sviluppo del velivolo DCA (identificato nel bilancio
USAF con il numero 676011) è iniziato nell'anno fiscale 2014 e si
concluderà verosimilmente nell'anno fiscale 2025;
per
il 2018 l'Usaf chiede uno stanziamento di 27.731 milioni di dollari,
in aumento rispetto allo stanziamento 2017 di 25.743 milioni.
Il trend della spesa per questa specifica versione
dell'F-35A segnala ulteriori aumenti nei prossimi anni fino a toccare
i 50.433 milioni dell'esercizio fiscale 2021, ultimo anno per il
quale sono pubblicate le proiezioni, per un totale complessivo
presunto di circa 250 milioni di dollari;
questa
spesa sarà sostenuta, oltre che dagli Stati Uniti, anche dai
Paesi partner del programma F-35 che si doteranno di
questa specifica versione. Tra questi vi sono certamente l'Italia, i
Paesi Bassi e la Turchia. La Gran Bretagna non è coinvolta avendo
finora acquisito soltanto la versione B del velivolo priva di
capacità DCA. Ugualmente fuori dal programma nucleare è la Germania
che non partecipa al programma F-35;
come
affermato dalla Corte internazionale di giustizia, mantenere una
minaccia nucleare nei confronti di altri Paesi è un illecito e per
di più le armi nucleari in territorio italiano rappresentano un
pericolo per la salute e la vita di chi vive nei pressi di una
installazione nucleare militare;
in
una risposta all'interrogazione n. 4-01188 della deputata Basilio
(M5S), il Ministro della difesa pro tempore, Sen. Mauro,
affermava che: «Anche l'Alleanza Atlantica ha aggiornato
periodicamente la propria politica di difesa, inclusa la componente
nucleare. Il processo di revisione è iniziato nel 2010 a Lisbona e
ha portato all'approvazione, nel 2012, della Revisione della difesa e
della deterrenza dell'Alleanza Atlantica (Defence and deterrence
posture review – Ddpr), la quale delinea il mix ottimale
(“appropriate mix”) di forze nucleari, convenzionali e di
difesa missilistica necessarie per garantire la sicurezza e la difesa
dell'Alleanza e per perseguire gli impegni annunciati nel nuovo
concetto strategico relativi alla difesa collettiva, alla gestione
delle crisi e alla sicurezza cooperativa. La Defence and
deterrence posture review, nel ribadire che finché esisteranno
armi nucleari la deterrenza nucleare rappresenterà un elemento
indispensabile per la sicurezza dell'Alleanza e dei suoi Stati
membri»;
nella
stessa risposta all'interrogazione il Ministro della difesa pro
tempore affermava tra l'altro «Con riferimento alla
questione della presenza di armi nucleari in Europa, si fa rilevare
che l'Alleanza, pur mantenendo un atteggiamento assolutamente
trasparente sulla propria strategia nucleare e sulla natura del
proprio dispositivo in Europa, non può agire, tuttavia, a discapito
della sicurezza di questo dispositivo e della riservatezza che è
indispensabile avere in relazione ai siti, la loro dislocazione, i
quantitativi e la tipologia di armamento in essi contenuti. Una
riservatezza che non può essere violata unilateralmente da un
singolo paese dell'Alleanza, perché la deterrenza nucleare è un
bene ed un onere collettivo che lega collegialmente tutti i Paesi
alleati. La tipologia e la qualità delle informazioni rilasciabili
sugli armamenti nucleari è quindi una decisione politica collettiva
ed unanime degli alleati, cui nessun Paese può sottrarsi, pena la
violazione del patto di alleanza liberamente sottoscritto e del
vincolo di riservatezza che da esso ne discende.» Questa
affermazione appare, secondo gli interroganti, in contrasto però con
il fatto che la presenza di armi nucleari tattiche nelle basi
militari di Ghedi ed Aviano è stata resa nota unilateralmente
evidentemente dal Congresso degli Stati Uniti d'America. Senatori e
deputati degli USA, nonché semplici cittadini attraverso il Freedom
of Information Act, evidentemente, godono di un potere di
conoscenza superiore a quello degli altri Paesi membri;
la
legge 9 luglio 1990, n. 185, vieta espressamente la fabbricazione,
l'importazione, di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la
ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa
tecnologia;
il
divieto di cui alla legge n. 185 del 9 luglio 1990 si applica anche
agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la
costruzione delle suddette armi;
l'Italia
ha da sempre dichiarato di non far parte del «club atomico» con
tutti gli obblighi internazionali che ne derivano;
per
ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum,
l'opzione nucleare, anche solo per fini civili,
impegna
il Governo:
1)
a relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi
nucleari, sulla loro dislocazione e potenza non facendosi più
«paravento» di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente
per i cittadini ed i parlamentari USA;
2)
a dichiarare l'indisponibilità dell'Italia ad utilizzare armi
nucleari escludendo l'acquisizione, per i propri sistemi d'arma, di
tecnologie in grado di rendere gli stessi atti all'impiego di armi
nucleari;
3)
a non procedere all'ammodernamento degli aerei Tornado attualmente
abilitati al trasporto di bombe nucleari per renderli idonei
all'impiego delle bombe nucleari B61-12 di prevista prossima
introduzione nell'arsenale statunitense;
4)
a non acquisire le componenti software e hardware necessarie
per rendere gli aerei F-35 eventualmente destinati all'Aeronautica
militare idonei al trasporto di armi nucleari;
5)
ad assumere iniziative per prevedere il divieto di attracco in porti
e moli nazionali di navi o sommergibili, anche di Paesi alleati, che
abbiano a bordo armi nucleari.
(1-01081) «Basilio, Frusone, Corda, Rizzo, Tofalo, Paolo
Bernini, D'Incà, Sorial, Cozzolino, Crippa, Del
Grosso, Brugnerotto, Pesco, Agostinelli, Alberti, Baroni, Battelli, Benedetti, Massimiliano
Bernini, Nicola
Bianchi , Bonafede, Brescia, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Da
Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De
Lorenzis, De
Rosa, Della
Valle, Dell'Orco, Di
Battista, Di
Benedetto, Luigi
Di Maio, Manlio
Di Stefano, Di
Vita, Dieni, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Gagnarli, Gallinella, Luigi
Gallo, Silvia
Giordano, Grande, Grillo, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Petraroli, Pisano, Paolo
Nicolò
Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Spessotto, Terzoni, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone
Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».
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