domenica 29 giugno 2014

Tempi stretti per finanziare le missioni militari. Ostruzionismo SeL e M5S ?

Il Consiglio dei ministri del 30 giugno non ha all' ordine del giorno il rifinanziamento delle missioni militari che scade proprio nella giornatà di lunedì prossimo, 30 giugno.

Quindi il mese di luglio dovrebbe iniziare con le missioni non autorizzate.

E' già successo e nessuno sa dire con esattezza se questo sia legale o meno. Però qualche volta la mancata copertura legale e finanziaria delle missioni è stata fatta notare, anche con una certa evidenza, e quindi io segnalo tutti i ritardi.

Un decreto del governo per il rifinanziamento arriverà probabilmente nei primi giorni di luglio e dovrà essere convertito in legge prima delle ferie estive di inizio agosto.

Quindi, tempi stretti, probabile fiducia e tutto potrebbe passare nel silenzio.

Io cerco di parlarne a qualche decina di persone e alla fine del 2013, per vari ritardi e l' ostruzionismo SeL e M5S, il governo è andato in difficoltà,

ma al Senato poi l' ostruzionismo non è stato fatto fino in fondo, forse scambiato con qualche altra cosa.

Quindi segnalo la conversione in legge in tempi stretti e auspico un ostruzionismo, cosa già effettuata nel novembre 2013. Potrebbe servire almeno a parlare della politica estera italiana.

Può darsi invece che provare a segnalare il tutto sia del tutto inutile, ma io provo ugualmente a segnalare le scadenze.

marcopa

27 Giugno 2014

Il Consiglio dei Ministri è convocato lunedì 30 giugno 2014 alle ore 17,00 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno:

N. 2 DISEGNI DI LEGGE (ECONOMIA E FINANZE) recanti:

Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2013;

Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2014;

N. 2 DECRETI LEGISLATIVI (PRESIDENZA – MINISTERI DI SETTORE) recanti attuazione delle seguenti direttive:

2012/13/UE sul diritto all’informazione nei procedimenti penali;
2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE;
N. 4 DISEGNI DI LEGGE (AFFARI ESTERI) - recanti ratifica ed esecuzione dei seguenti Atti internazionali:

Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006;
Accordo Italia - Cile sull’autorizzazione all’esercizio di attività lavorative dei familiari a carico del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e rappresentanze consolari;
Protocolli n. 15 e n. 16 recanti emendamenti alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (GIUSTIZIA);
Accordo Italia - Stati Uniti d’America finalizzato a migliorare la Compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell’attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da Accordi tra l’Italia e altri Stati esteri (ECONOMIA E FINANZE);

- DECRETO LEGISLATIVO: Ulteriori disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge n. 136 del 2010 (INTERNO - GIUSTIZIA – SEMPLIFICAZIONE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE) - ESAME PRELIMINARE;

- LEGGI REGIONALI;

- VARIE ED EVENTUALI.

sabato 28 giugno 2014

Controsemestre popolare, manifestazione del 28 giugno, chi c' era.

Molte bandiere del sindacato di base USB e molti partiti comunisti (PdCI, Prc, PCL, Carc, Rete dei Comunisti, PC sinistra popolare, Sinistra anticapitalista), qualche striscione di Ross@ (coordinamento che raccoglie ambienti sindacali USB e CGIL,rete dei Comunisti,Sinistra anticapitalista) che in sostanza ha indetto il controsemestre, pochi movimenti (striscione Acqua pubblica, No War, donne ucraine, Sri Lanka, solidarietà alla Palestina).

Un corteo molto militante, una parte della sinistra diffusa. Assenti: Cobas,movimenti vari, Lista Tsipras.

Interventi di Ferrando, Cremaschi, Barbieri (PdCI), rete No War, Carc, una donna ucraina.

Da ricordare, Ferrando "Inizia opposizione unitaria al governo Renzi", Cremaschi "Sbagliate le divisioni nell' opposizione antagonista".

Un inizio tutto sommato come nelle previsioni, per il gran caldo estivo e le assenze annunciate.

Una sinistra diffusa c'è, se non si unisce si vede poco. Il malessere sociale italiano più che vedere invece lo sente chi è più in difficoltà.

E' necessaria mettere in rete le varie soggettività politiche e sociali e studiare e capire la situazione sociale che a occhio nudo non si capisce.

E per capire è necessario sapere la verità, ieri a Roma non c'erano più di 3-4.000 persone e tutte molto legate o portate dai gruppi sindacali o politici, non c'era una presenza spontanea di popolo.

Marco

A Roma sfila corteo di apertura del "controsemestre popolare Ue"

Roma, 28 giu. (TMNews) - Movimenti e Usb in piazza a Roma insieme migliaia di lavoratori, di disoccupati, pensionati, precari, migranti e studenti, per la manifestazione nazionale di apertura del "Controsemestre popolare". "Contro i Trattati e i diktat dell'Unione Europea, contro l'austerity, per il lavoro, il reddito, il welfare e contro la guerra alle porte dell'Europa", recita l'invito alla manifestazione.

Il corteo è partito da piazza della Repubblica attraversendo via Amendola, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, raggiungendo piazza santi Apostoli. Un'ampia delegazione vuole raggiungere la sede della Commissione Europea in Italia in via IV Novembre, per consegnare un documento congiunto degli organizzatori.

Tanti i pullman giunti a Roma da tutta Italia, organizzati dalle molte realtà che hanno aderito all'appello, fra cui il Sindacato è un'altra cosa/Cgil, il Forum dei Movimenti per l'Acqua pubblica, movimento No Tav, Rete No War, Ross@. Uno è arrivato anche da Bruxelles, con a bordo la delegazione italiana della Carovana Migranti e Rifugiati, che si è unita al corteo dopo aver manifestato sotto il Consiglio Europeo per il diritto di asilo e la libertà di circolazione per le persone.

"La manifestazione - sottolineano gli organizzatori- sarà la prima tappa di un percorso di mobilitazione, che accompagnerà sino a dicembre la Presidenza italiana dell'Unione Europea, per affermare la dignità e la supremazia del lavoro sul profitto, per l'intervento dello stato nell'economia, per il salario e il reddito, per il diritto alla casa, per i diritti e la democrazia nei posti di lavoro, per lo sviluppo dei servizi pubblici, per la difesa dei beni comuni e dello stato sociale, per tutelare l'ambiente, la salute e la pace".

giovedì 26 giugno 2014

Semestre Ue e contro/semestre. Report n. 1. 26 giugno 2014.


In questo post descrivo la situazione, così come viene presentata dai media, delle trattative per le nomine alle nuove cariche  Ue, delle eventuali modifiche alle politiche economiche e segnalo l’ inizio del contro/semestre popolare e di lotta che vede un coordinamento di partiti, sindacati e movimenti iniziare le contestazioni con un corteo a Roma il 28 giugno.
Alla fine del 2014 vedremo come si è sviluppato il semestre che vede l’ Ue guidata dall’ Italia. La mia speranza è che il governo Renzi, nella sua duplice azione in Italia ed Europa, apra spazi per una nuova sinistra alternativa al vecchio centrosinistra e al Pd. Vedremo, il processo di nascita di una alternativa a sinistra  è reso però ancora più difficile dalle elezioni  che nella primavera 2015 interesseranno 14 regioni e quindi favoriranno la tenuta dei vecchi schieramenti di centro sinistra, soprattutto, e di centrodestra.

UNIONE EUROPEA. 26 GIUGNO, Enrico Mentana in apertura del Tg di La7 alle 20.00 dà per scontato l’ accordo sul nome di Junker come commissario europeo, sulla Mogherini come commissaria per la politica estera e una impostazione dei programmi dell’ Ue dove sono presenti, almeno a parole, la crescita, la flessibilità dei trattati, l’ occupazione.
Il resto dei media dà un quadro meno ottimistico e viene fornita la data del 17 luglio come scadenza nella quale saranno nominati, in un nuovo vertice straordinario, tutti i commissari e il presidente del Consiglio Europeo. Il vertice avverrebbe una volta che il Parlamento europeo ha votato il nome del commissario indicato dal Consiglio europeo, cioè dai 28 paesi membri, indicazione che non necessita dell’ unanimità ma può essere votata anche con la sola maggioranza semplice.
Nel Parlamento il nome dovrebbe contare sui voti sicuri dei socialisti europei e dei popolari, su quelli possibili dei liberali, su altri che potrebbero aggiungersi. Nelle previsioni la maggioranza non sarebbe però molto superiore al 50% e probabilmente inferiore al 60%.

IL CONTROSEMESTTRE POPOLARE E DI LOTTA. A due giorni dalla manifestazione del 28 giugno il controsemestre di lotta sembra sempre una iniziativa limitata ad una parte della sinistra diffusa italiana. Un impegno che smuove solo alcuni ambienti, e parti rilevanti dei movimenti, sindacati e sinistra politica non hanno dato il loro sostegno esplicito alla programmazione del semestre di lotta. Per esempio: Cobas, Lista Tsipras (anche se c’è il Prc nel coordinamento del controsemestre), SeL, No Tav, movimento per la casa, studenti e precari in genere.
Ambienti che invece avevano già lanciato la loro mobilitazione per l’ 11 luglio, quando si sarebbe dovuta tenere una Conferenza Ue sulla disoccupazione giovanile poi saltata per il timore di contestazioni.
Ma difficilmente questi ambienti, se volevano contestare in massa l’ 11 luglio, potranno esimersi dal contestare l’ Ue nei prossimi sei mesi, anche se probabilmente non daranno l’ adesione esplicita al contro/semestre popolare indetto da un coordinamento che vedono forse come loro concorrente nell’ organizzare la protesta sociale.

RIFORME POLITICHE E ISTITUZIONALI. Legge elettorale e Senato, il governo sembra deciso sulle proprie scelte ma molte sono le perplessità nelle assemblee su entrambi i temi e la maggioranza al Senato non è poi tanto sicura.

Questa è la situazione al 26 giugno, ed è il primo report su semestre e controsemestre.


Marco Palombo

domenica 22 giugno 2014

A sorpresa, il contro/semestre di lotta alla UE sarà plurale


Il 28 luglio a Roma si svolgerà una manifestazione che inaugurerà il contro/semestre popolare e di lotta contro le politiche Ue indetto da un coordinamento di gruppi politici, sindacali e di movimento.

Il coordinamento non è molto largo: comprende Ross@, con tutti i soggetti che ruotano attorno a questo spazio politico ancora indefinito nelle forme (RdC, Sinistra anticapitalista, Usb, l'opposizione CGIL “Il sindacato è un' altra cosa”), Prc, PdCI, PCL, Carc, Rete No War, alcuni esponenti No Tav insieme a Nicoletta Dosio.

L'11 luglio in occasione della Conferenza UE sulla disoccupazione giovanile era in programma a Torino una manifestazione che si preannunciava imponente. Sarebbero stati presenti tutti i soggetti che hanno indetto il corteo del 28 giugno e i movimenti No Tav, i movimenti per la casa e contro il lavoro precario. Anche la lista Tsipras aveva preannunciato la sua presenza con i parlamentari europei e i gruppi territoriali.

Ma l' appuntamento torinese è saltato, probabilmente perchè avrebbe mostrato più che correttivi dell'UE per ovviare alla disoccupazione giovanile, il numero e, forse, anche qualche soluzione alternativa, di chi si oppone alle attuali politiche UE.

L'11 luglio avrebbe potuto essere un' apertura con il botto del controcanto che i movimenti si apprestano a dare al semestre Ue a guida italiana.

Neutralizzato il botto iniziale, sembra però ugualmente certo un vigoroso contro/semestre di lotta contro le politiche dell' Ue. E, questa è la novità, mobiliterà non solo il coordinamento che ha ideato e lanciato l'idea del “controsemestre popolare e di lotta” ma anche l' area attorno alla Lista Tsipras.
Infatti i tre neo parlamentari in Europa hanno elencato in data 20 giugno le proposte emerse dalla riunione con i rappresentanti dell'Associazione che rappresenta la Lista Tsipras.
Sono queste:
".......
- costruzione di un programma (proposte e iniziative) dell’altraeuropa, nell’ambito del semestre italiano, da svolgersi sia con la collaborazione del GUE (che ci offre la possibilità di organizzare alcune giornate di studio) sia nella relazione con i movimenti.

- iniziativa pubblica il 5 luglio a Roma, alla presenza della delegazione parlamentare, per iniziare a confrontarci in maniera aperta sui progetti e sulle campagne politiche da portare avanti, in particolare durante il semestre italiano di presidenza (dalla lotta alla precarietà al tema della democrazia, alla battaglia con il TTIP ecc…). E riflettere insieme sul rapporto tra democrazia rappresentativa – democrazia diretta, e anche, nello specifico, sul tema del rapporto gruppo- lista. Si propone che questi due temi, il semestre e le forme della democrazia di cui ci dotiamo, siano assi fondamentali dell’appuntamento del 19 luglio. L’ appuntamento del 5 luglio può avere la funzione di appuntamento intermedio della Lista per preparare il 19 luglio, e possa contribuire a definirne sia il programma che il relativo gruppo di gestione.

- adesione alle iniziative in preparazione a Genova nella giornate del 19 e 20, sui temi della repressione e in ricordo di Carlo Giuliani.
Per l’assemblea del 19 stiamo verificando, insieme alla possibilità di farla a Genova (scelta che ha per noi evidente valenza politica e simbolica, ma che richiede una verifica sulla logistica, che presenta non poche difficoltà) l’ipotesi che partecipino Alexis Tsipras e compagne/i di altri paesi europei. Di questa verifica si è preso l’incarico Argiris Panagolopus.

Avevamo previsto di lanciare la parteciazione sia come Gruppo che come Lista alla giornata dell’11 luglio a Torino in occasione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile: non solo come adesione e partecipazione alla manifestazione, ma anche attraverso la costruzione di una iniziativa di discussione su quei temi nell’arco della stessa giornata. Come sappiamo Renzi ha deciso di annullare l’appuntamento torinese e trasferirlo a Bruxelles. Verificheremo nei prossimi giorni il da farsi
.....".

 A queste due aree (Lista Tsipras e quella che ha risposto a Ross@) si aggiungeranno gli altri movimenti, nonostante che finora non abbiano dedicato troppa attenzione al tema dell'Ue. Ma sarà impossibile separare la lotta al precariato e alle privatizzazioni dalle politiche europee. A tutto questo va aggiunto il TTIP,

ed allora tutti convergeranno in un movimento generale, inclusivo e plurale che in questi sei mesi che ci attendono contesterà il governo Renzi e, nello stesso momento, l'Ue.

Impossibile prevedere cosa cambierà questo contro/semestre di lotta nella sinistra politica e dei movimenti, ma, se le lotte promesse saranno in buona parte mantenute, la situazione della sinistra politica e dei movimenti potrebbe mutare molto e le future fasi di lotta potrebbero essere affrontate con maggiore forza.

Marco Palombo

giovedì 19 giugno 2014

Coppa del Mondo senza guerra. Costarica - Italia: 2 - 0


Alle ore 18 di venerdì 20 giugno, all' Arena Pernambuco di Recife, si svolgerà la partita Costarica-Italia valida per il girone di qualificazione della Coppa del Mondo. Le due formazioni hanno vinto entrambe la prima partita dei mondiali brasiliani giocata e, se una delle due squadre vincerà, sarà quasi sicura del passaggio al turno successivo.

L' Italia ha giocato la prima partita contro l' Inghilterra alle 24 di sabato 14 giugno e tredici milioni di italiani nonostante l' orario notturno hanno seguito l' incontro alla televisione.

Ma c'è una partita molto più importante che il Costarica ha già vinto contro l' Italia, ed è la partita contro la guerra. Il paese del centro America infatti è il primo paese del mondo che ha nella sua Costituzione il divieto ad avere un esercito. Questa azione esemplare, molto più bella di un gol segnato con una rovesciata volante, è stata compiuta nel 1949 subito dopo una guerra civile che aveva insanguinato il paese.

L' inserimento nella Costituzione del divieto di avere un esercito è il primo gol segnato dal Costarica nei confronti dell' Italia, ma, come ho scritto, il Costarica ha vinto ben due a zero contro il nostro paese.

Infatti c'è stato un secondo gol finito nella nostra porta e si è trattato di un maldestro autogol che Giorgio Napolitano, con il concorso della ministro Pinotti, ha compiuto ieri, quando

il Consiglio Supremo della Difesa, presieduto da Napolitano, ha deciso che il Libro Bianco sugli armamenti è competenza esclusiva del governo e il parlamento potrà dare solo suggerimenti e consigli ma non potrà pronunciarsi su di esso con un voto.

Il voto dell' assemblea di Montecitorio su questo documento che riguarda tutti gli armamenti italiani era stato chiesto addirittura dal gruppo Pd della commissione Difesa della Camera, da esponenti quindi del partito guidato dal Presidente del Consiglio, al quale appartiene la ministra della Difesa e nel quale ha militato prima delle due elezioni il Presidente della Repubblica.

Ma i vertici delle Forze Armate hanno negato questo passaggio democratico con la complicità del Presidente Napolitano e della ministra della Difesa Pinotti e naturalmente con il consenso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, quando si tratta di discutere con determinate autorità, siano esse Obama o generali italiani, Merkel o banchieri, abbassa la cresta e obbedisce ossequioso.

La partita tra Costarica ed Italia, valida per la Coppa del Mondo senza guerra, è dunque terminata con il punteggio di due a zero a favore del paese centro americano. E nessun risultato della partita di venerdì in Brasile sarà sufficiente a pareggiare questa bellissima vittoria del Costarica.
 
Marco Palombo

mercoledì 18 giugno 2014

Ucraina-Napoli,19 giugno-Presidio ad ambasciata contro fascismo e guerra.

Napoli 19 giugno: presidio dei lavoratori ucraini contro il fascismo e la guerra

  •  Redazione Contropiano
  •  313
Napoli 19 giugno: presidio dei lavoratori ucraini contro il fascismo e la guerra
"Siamo lavoratori immigrati dell’Ucraina e abbiamo il sostegno di altri lavoratori provenienti dalle altre repubbliche ex sovietiche.
L’attuale governo di Kiev sta in queste ore attuando il massacro del suo stesso popolo colpevole di non voler accettare un governo illegittimo, sostenuto dalla NATO e dall’Unione Europea, composto non solo da nazionalisti ma anche da fascisti e nazisti dichiarati.
L’oligarca miliardario Poroschenko, fatto eleggere  presidente da Obama, sta eseguendo l’ordine del suo padrone d’oltre oceano di “far piazza pulita” di ogni opposizione, prima del suo insediamento il 7 giugno, utilizzando contro inermi cittadini carri armati, artiglieria pesante, elicotteri, caccia-bombardieri e perfino bombe a frammentazione vietate dalle convenzioni internazionali, così come è stato  a Lugansk il 2 giugno.
Nell’esercito ucraino i soldati che rifiutano di uccidere i loro compatrioti inermi vengono fucilati da reparti di fascisti arruolati e inquadrati nella Guardia Nazionale.
Vengono bombardati ospedali, scuole e edifici di abitazioni popolari, mentre esercito e fascisti non permettono neanche di rimuovere dalle strade i numerosi cadaveri nonostante la temperatura già torrida.
Ieri, nella città di Krasnij Liman, vicino a Doniesk, i fascisti hanno rastrellato gli abitanti minaccciandone l’uccisione se i difensori della città non si fossero arresi. Al loro rifiuto si è scatenata una battaglia impari e i fascisti hanno sterminato  numerose persone, finendo perfino i feriti ricoverati in ospedale.
In questo tragico contesto viene negata persino la possibilità di corridoi umanitari per mettere in salvo vecchi e bambini.
La televisione e i giornali italiani nascondono la verità, continuando intanto a parlare di “lotta al terrorismo” e di “guerra tra bande” mentre i politici italiani continuano ad essere complici degli assassini.
Chiediamo a tutti i democratici italiani di far sentire la loro indignazione e di manifestare la propria solidarietà con il popolo ucraino anche nella prossima iniziativa “Repubblica delle lotte” di sabato a piazza Trieste e Trento.
Aiutateci a salvare il popolo del Sud-Est ucraino dalle armi dei fascisti e dell’esercito “regolare” del governo di Kiev".
FERMIAMO IL FASCISMO PRIMA CHE DILAGHI IN EUROPA!
 Fonte  www.contropiano.org

martedì 17 giugno 2014

Siria, vediamo meglio chi è Kilo, intervistato dal Manifesto


Sul Manifesto di oggi 17 giugno c'e' una intervista di Annamaria Merlo, corrispondente da Parigi, a Michel Kilo, presentato come esponente del comitato politico della Coalizione nazionale siriana.

Ad un certo punto Kilo dice: “....Ma ora non ce la facciamo a contrastarli, gli integralisti hanno armi e soldi. E se l' Arabia saudita e altri danno soldi ed armi, come si può pensare che gli Usa siano estranei a questo, visto che dirigono la crisi? L' attacco in Iraq è stato pianificato e poi sarà la Siria a cadere in mano degli estremisti. Noi abbiamo sempre detto all' occidente che c'è in Siria una popolazione che lotta contro il regime e che sarà questa stessa popolazione ad eliminare i terroristi......”

In realtà la Coalizione siriana si riunisce abitualmente insieme ad Usa, Arabia saudita e gli altri paesi Amici della Siria e il capo della Coalizione siriana, Jarba, al momento della sua elezione fu presentato, proprio dal Manifesto se non sbaglio, come appartenente al gruppo di Kilo e sostenuto dall' Arabia saudita. Io riportai questo in articolo su Sibialiria. Ora Kilo parla alla sinistra italiana e vuol far credere di essere antagonista di Usa e Arabia saudita.

Marco

Jarba eletto presidente della Coalizione Siriana, con l’appoggio dell’Arabia Saudita

9 luglio 2013
Marco Palombo

L’elezione di Jarba a nuovo leader della Coalizione Nazionale Siriana nel ballottaggio con Sabbagh, candidato appoggiato dal Qatar.


Sabato 6 luglio a Istanbul è stato eletto presidente della Coalizione Nazionale Siriana Ahmad Jarba, leader della tribù Shamar. Jarba,  proveniente dalla Siria orientale e sostenuto dall’Arabia Saudita, nel ballottaggio con Sabbagh, uomo d’affari appoggiato dal Qatar, ha preso 55 voti dai 115 consiglieri della direzione della Coalizione contro le 52 preferenze andate all’altro candidato. Il nuovo presidente succede a Khatib dimissionario nel mese di marzo e appartiene al gruppo politico che fa riferimento a Kilo, uno scrittore, dissidente storico, definito “marxista” fino alla sua recente entrata nella Coalizione siriana.

Alcuni esponenti della Coalizione sostengono che la nuova dirigenza del coordinamento porterà ad una discontinuità nell’azione dell’opposizione. Questo lo vedremo nei prossimi mesi, intanto Jarba nelle prime dichiarazioni da presidente ha annunciato l’arrivo di armi più sofisticate dall’Arabia Saudita ed ha proposto una tregua nella provincia di Homs in occasione del Ramadan. Ha confermato la scelta della Coalizione di non partecipare alla Conferenza di Ginevra almeno fino a quando non ci sarà un maggior equilibrio tra la forza militare delle due parti e la superiorità delle armi in dotazione all’esercito sarà meno schiacciante.

Brevissime notizie su Kilo, riferimento del gruppo a cui appartiene il nuovo leader dell’opposizione siriana.

Le poche righe che hanno informato sull’elezione di Jarba a presidente della Coalizione Siriana lo hanno definito anche appartenente al gruppo politico di Kilo. Quasi sicuramente non esiste alcun gruppo politico di Kilo ma un coordinamento che raggruppa posizioni diverse ed entrato, identificato da una unica sigla, nel nuovo consiglio della Coalizione solo a fine maggio 2013. Kilo invece ha una lunga storia politica alle spalle e nel 2012 è venuto almeno due volte in Italia. Nel luglio a Roma presso la Comunità di San Egidio per un incontro dell’opposizione siriana che rifiutava la lotta armata e in quella occasione è stato definito dalle cronache come intellettuale di formazione marxista. Mentre nel dicembre a Firenze in occasione del decennale del Forum sociale europeo ha partecipato a un dibattito invitato da un coordinamento di cui fa parte anche il Campo Antimperialista. Questa ultima partecipazione la scrivo a memoria senza poterla verificare, sono quindi pronto a correggermi.

Vedremo se e quale ruolo avrà Kilo nelle prossime vicende siriane, ma è giusto sapere che non è arrivato alla politica solo a fine maggio 2013 e che ha avuto rapporti in Italia sia con ambienti pacifisti sia con ambienti, se non sbaglio, “rivoluzionari”.

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1719

L' articolo sul Manifesto

«Contro l’Iraq attacco pianificato, poi finiranno con la Siria»
— Anna Maria Merlo, PARIGI, 16.6.2014

Intervista. Secondo Michel Kilo, scrittore, marxista e oppositore della Coalizione siriana il conflitto da Damasco si è allargato a Baghdad. E presto a Tehran

L’Iraq esplode in un nuovo con­flitto con­fes­sio­nale tra sciiti e sun­niti, con l’avanzata dei jiha­di­sti dell’Isil (Stato isla­mico in Iraq e Levante), pre­senti anche nella Siria deva­stata dalla guerra civile e che subirà riper­cus­sioni dalla bat­ta­glia nel vicino Iraq. Michel Kilo, scrit­tore siriano mem­bro del comi­tato poli­tico della Coa­li­zione nazio­nale siriana e pre­si­dente dell’Unione dei demo­cra­tici siriani, di pas­sag­gio a Parigi, dove ha vis­suto dopo i suoi primi tre anni di pri­gione in Siria (ne farà altri tre dal 2006 al 2009, per aver pro­po­sto una nor­ma­liz­za­zione di rela­zioni tra Siria e Libano), ha uno sguardo più che amaro. Di cul­tura mar­xi­sta, è con pudore che evoca l’essere cri­stiano: «una volta, in Siria, nes­suno dichia­rava la pro­pria reli­gione». Ha nego­ziato a Gine­vra come mem­bro della dele­ga­zione dell’opposizione.

Il con­flitto in Iraq si riper­quo­terà sulla guerra in Siria?

Il con­flitto si allarga. Al Maliki, che con­trolla la ric­chezza dell’Iraq e ha un eser­cito di un milione di uomini, ha pen­sato di avere la forza di tra­scu­rare la richie­sta di spa­zio da parte delle tribù e della popo­la­zione sun­nita. Noi abbiamo sem­pre avver­tito l’occidente che se ci sarà un allar­ga­mento del con­flitto siriano sarà a van­tag­gio degli inte­gra­li­sti. Non abbiamo chie­sto l’intervento, ma i mezzi per difen­derci, con­tro il regime siriano e con­tro gli inte­gra­li­sti. Ma ora non ce la fac­ciamo a con­tra­starli, gli inte­gra­li­sti hanno armi e soldi. E se Ara­bia sau­dita e altri danno soldi e armi, come si può pen­sare che gli Usa siano estra­nei a que­sto, visto che diri­gono la crisi? L’attacco in Iraq è stato pia­ni­fi­cato e poi sarà la Siria a cadere nelle mani degli estre­mi­sti. Noi abbiamo sem­pre detto all’occidente che c’è in Siria una popo­la­zione che lotta con­tro il regime e che sarà que­sta stessa popo­la­zione ad eli­mi­nare i ter­ro­ri­sti: ci sono stati sette mesi di rivo­lu­zione paci­fica, che chie­deva libertà e riforme sotto la pre­si­denza di Bachar. L’accordo di Gine­vra è ormai let­tera morta. La Rus­sia aveva fir­mato il docu­mento in un momento in cui il regime, che sostiene, aveva subìto delle scon­fitte. Ma adesso non ci sarà nes­sun passo avanti della comu­nità inter­na­zio­nale se la situa­zione non cam­bia sul ter­reno, se l’opposizione demo­cra­tica e mode­rata non avrà vit­to­rie sul campo.

Come giu­dica l’incertezza del com­por­ta­mento Usa?

C’è da chie­dersi: gli Usa uti­liz­zano il con­flitto in Siria per obbli­gare l’Iran a cam­biare stra­te­gia? Per­ché l’opposizione demo­cra­tica e mode­rata in Siria non è stata aiu­tata? Gli Usa uti­liz­zano il con­flitto in Siria a van­tag­gio di Israele? Con­do­leeza Rice, dopo l’Iraq, aveva par­lato di «caos crea­tivo». In Siria c’è in effetti un caos crea­tivo, che cam­bierà equi­li­bri e regimi in Medio Oriente. Il piano del regime di tra­sfor­mare la rivo­lu­zione in un con­flitto con­fes­sio­nale è riu­scito. Ave­vamo messo in guar­dia gli Usa: que­sto distrug­gerà la regione. Ma non si può avere fidu­cia negli Usa, che hanno tra­scu­rato i rischi di deriva inte­gra­li­sta della Siria, pen­sando forse di poter uti­liz­zare que­sto in un con­flitto regio­nale inter­con­fes­sio­nale. Oggi ci siamo, con la situa­zione in Iraq. Il con­flitto diven­terà non solo regio­nale, ma inter­na­zio­nale, tra sciiti e sun­niti. E l’Iran sarà il ber­sa­glio. È que­sta la guerra che Israele voleva con­tro l’Iran. Gli Usa hanno rifiu­tato e scelto la guerra per pro­cura, per rispar­miare soldi e uomini. Il grande vin­ci­tore sarà Israele. E se la guerra si deforma in guerra inter­con­fes­sio­nale non ci sarà mai uno stato di Palestina.

L’Europa è assente?

L’Europa non esi­ste, è una nozione astratta. Ma subirà gli effetti diretti di que­sta guerra. Ci sono milioni di siriani rifu­giati e che, se ci sarà una vit­to­ria del regime o degli inte­gra­li­sti, reste­ranno in esi­lio. Che farà la Tur­chia, con 1,5 milioni di siriani? Il Libano, dove il 40% della popo­la­zione pro­viene dalla Siria? I siriani oggi sono dap­per­tutto, in Marocco, Yemen, Fran­cia, Usa, per­sino Islanda. Molti sono morti in mare, cer­cando un rifu­gio. Hanno perso tutto. Dove vanno? È stato per­messo di gio­care la carta con­fes­sio­nale, che distrugge tutto. Tra morti, detur­pati, tor­tu­rati, per­se­gui­tati, siamo a 1,5–2 milioni di vit­time in Siria. Cosa resterà di una popo­la­zione che ha subìto que­sta vio­lenza? Forse è la fine di un popolo.

http://ilmanifesto.info/contro-liraq-attacco-pianificato-poi-finiranno-con-la-siria/


giovedì 12 giugno 2014

1949, ucciso mentre si oppone alla Nato-Una poesia in ricordo di Luigi Trastulli


lle 10 appuntamento a Viale Brin, presso la lapide apposta sul muro delle Acciaierie, alla manifestazione promossa da ANPI, ANPPIA, CGIL e FIOM per ricordare il giovane operaio Luigi Trastulli, caduto per la pace, ucciso 65 anni fa durante la repressione poliziesca di una manifestazione contro l'adesione dell'Italia alla NATO.


Non è canto di gioia,
nemmeno d'allegria
pur non vi sembri
triste questa canzone mia:

E' nata dal dolore
ma canta la speranza
del popolo che lotta
e sanguinando avanza.

Il 17 Marzo
lasciammo le officine
per dire a lor signori:
Mai più morte e rovine.

Il "Patto" che firmaste
è un tradimento nero
che renderà l'Italia
schiava dello straniero

E Terni laboriosa,
Terni degli operai,
ve lo dice fin d'ora,
non l'accetterà mai!

E andavam cantando
sotto il bel sole d'oro,
i canti della pace,
i canti del lavoro!

Ma l'eccellenza e soci,
facendo colazione
avevan già deciso
di "darci una lezione"

Inermi marciavamo
quand'ecco la sbirraglia
ci affronta con le jippe,
i gas e la mitraglia.

Noi le gridammo: pace!
Ma ci risposer guerra
e di sangue innocente
si fe' rossa la terra!

O guardia scellerata,
celere maledetta!
il sangue di Trastulli
dal ciel grida vendetta!

Aveva ventun anni
ed era ardito e forte
pace! vi disse, o infami,
e voi gli deste morte.

Padre e sposo felice
gli rideva la vita
ma voi gliela troncaste
con raffiche di mitra!

O Sposa giovinetta!
a Te e al tuo pargoletto
giuriam che gli assassini
non moriran sul letto!

E tu Gente Ternana,
che sulla bara hai pianto
raccogli il giuramento,
propaga questo canto!

S'intenerisca il cuore
anche a chi l'ha di quarzo
ricordando l'eccidio del
17 Marzo! ...

Terni, ricorda! . Terni ricorderà! ....
POST

1949 - Dibattito alla Camera sull' adesione alla Nato/1



SEDUTA POMERIDIANA DEL 16 MARZO 1949
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Se fin dall'inizio il Governo si dichiarò contro una simile sospensiva, a doppia ragione lo deve oggi, dopo tutti i suggerimenti, le proposte e le discussioni che sono state fatte alla Camera. La Camera è stata investita della questione pregiudiziale, preliminare, di massima, se possiamo e dobbiamo accettare di entrare in trattative per il patto atlantico. Di questo patto si sono dette la natura, le caratteristiche, la struttura possibile e anche certe condizioni di carattere secondario, che costituiscono le informazioni che potevamo avere. Il Governo non ha mai preteso riversare sulla Camera la responsabilità circa un testo particolare, tanto più che quello di cui si annuncia la prossima pubblicazione, sia fatta questa o no, non è che la formula elaborata dai promotori e non già il progetto vero e proprio che dobbiamo accettare o non accettare. D'altra parte, dopo la firma, il testo del trattato dovrà essere sottoposto al Parlamento per la ratifica, (Applausi al centro Commenti all'estrema sinistra).

[Respinta la proposta Gullo, chiusa la discussione ed esaurito lo svolgimento degli ordini del giorno, il Presidente del Consiglio si accingeva a pronunciare, in un'atmosfera particolarmente tesa, il suo discorso di replica. Prima ancora però che egli potesse cominciare a parlare, il Presidente dell'Assemblea, per l'agitazione determinatasi nell'auta, fu costretto a sospendere la seduta.]

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento degli ordini del giorno. Ha facoltà di parlare l'onorevole Presidente del Consiglio.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. (Vivissimi, prolungati rumori all'estrema sinistra - Grida di: Abbasso il patto atlantico! Abbasso la guerra! - Grida ostili all'indirizzo del Presidente del Consiglio - Grida di: Viva De Gasperi! Vivissimi, prolungati applausi a sinistra, al centro e a destra - Nuovi, vivissimi rumori all'estrema sinistra - Ripetuti richiami del Presidente - Agitazione - Il Presidente sospende la seduta).
(La seduta, sospesa alle 1,10 del 17 marzo, è ripresa alle 1,20).
PRESIDENTE, Riprendiamo la seduta.
Una voce all'estrema sinistra. Abbasso il Governo della guerra (Rumori vivissimi al centro),
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, affermo esplicitarnente che è mia ferma intenzione di difendere assolutamente il diritto alla libertà di parola del Presidente delConsiglio. Non mi costringano ad atti che potrebbero essere gravi. (Vivi applausi).
L'onorevole Presidente del Consiglio ha facoltà di parlare.
Una voce al centro. Viva De Gasperi! (I deputati del centro, in piedi, applaudono lungamente - Rumori all'estrema sinistra - Commenti).
PRESIDENTE, Onorevole Presidente del Consiglio...
FARINI. Non gli concediamo la parola! (Rumori vivissimi al centro Proteste).
PRESIDENTE. Onorevole Farini, la richiamo all'ordine per la prima volta. Se ella dovesse incorrere nel richiamo una seconda volta, farò alla Camera la proposta della sua esclusione dall'aula.
Onorevole Presidente del Consiglio, parli.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Se l'opposizione desidera che io rinunzi al mio diritto di replica a 27 oratori...
Una voce all'estrema sinistra. Deve rinunziare al patto atlantico..
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...sono pronto, per mio conto, ad accettare perché si possa più facilmente e più rapidamente venire alla conclusione. (Rumori all'estrema sinistra). Mi pare, però, che un Presidente del Consiglio il quale, non avendone l'obbligo, ha portato prima del tempo innanzi a voi tutta la questione... (Proteste all'estrema sinistra).
GIOLITTI. Non ci prenda in giro!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...ha diritto di essere sentito. (Rumori all'estrema sinistra Interruzioni - Apostrofi all'indirizzo del Presidente del Consiglio).
PRESIDENTE, Onorevoli colleghi, non si può continuare in questo modo.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Non rispondo a queste ingiurie, perché voi (Indica l'estrema sinistra) che le lanciate sapete che non hanno alcun fondamento. (Rumori all'estrema sinistra - Interruzione del deputato Pajetta Gian Carlo).
Onorevole Pajetta, ho ascoltato con pazienza per un'ora e mezzo tutte le sue espressioni offensive contro il Governo, senza reagire. Credo di essermi meritato, per questa sopportazione, almeno cinque minuti di libertà di parola.
Una voce all'estrema sinistra. Poteva aspettare ancora ventiquattro ore per farci conoscere il testo del patto. Non l'ha voluto!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Le dichiarazioni che io ho fatto al principio di questa discussione sono state talmente complete e sostanziali... (Proteste all'estrema sinistra) che nessuno ha potuto rimproverarmi di aver omesso dei punti essenziali di giudizio perché la Camera potesse discutere e deliberare.
Ho riferito della decisione del Consiglio dei ministri, ho parlato della natura del patto, del carattere che lo pone come patto regionale entro l'O.N.U., ho accennato alle linee costruttive del patto, ho, in particolare, aggiunto che non si tratta di un impegno automatico, ma che si rispettano le prerogative parlamentari, Ho aggiunto che sapevamo che saremmo stati invitati perché così era stato deciso. Non avevamo ancora in mano l'invito formale perché i promotori devono completare la stesura della prima bozza del documento.
Ho aggiunto che, secondo le comunicazioni pervenuteci, era certo che noi saremmo stati invitati e che potremo quindi discutere prima della firma che dovrà venire apposta contemporaneamente a quella di tutti gli altri.
La questione che abbiamo posto al Parlamento, quindi, è pregiudiziale, di massima, Non è che il Parlamento sia chiamato oggi a discutere e deliberare - anche se lo conoscessimo in tutta la sua formulazione definitiva - un patto o uno strumento diplomatico. Questo verrà sottoposto alle deliberazioni delle Camere, dopo che naturalmente sarà stato parafato dal Governo. Questa è la procedura costituzionale e la divisione delle responsabilità. Il Parlamento non deve compromettere le sue decisioni se non dopo che il Governo avrà presentato una formulazione che, per conto suo, abbia già dichiarato di accettare.
Quindi, la questione oggi non è di sapere quale sia la formulazione del patto (badate bene, una formulazione che può essere solo provvisoria, perché si tratta di una bozza), ma è di sapere se un patto di assistenza, come viene proposto secondo le linee che vi ho indicato, possa essere accettato dal Parlarinento italiano, dal Governo italiano, come un contributo alla pace generale e alla sicurezza dell'Italia.
Questo è il problema su cui voi siete chiamati a dare il vostro voto. Se la vostra risposta sarà affermativa noi potremo trattare... (Interruzioni all'estrema sinistra).
Una voce all'estrema sinistra. Lei vuole una prima cambiale in bianco dal Parlamento italiano: questo è grave!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...noi tratteremo e concluderemo col formulare uno strumento diplomatico, che in un secondo tempo sottoporremo alla vostra approvazione. (Interruzioni all'estrema sinistra). Questo è metodo semplice, corretto, democratico.
ANGELUCCI MARIO. Avete fatto recitare l'atto di fede prima. (Proteste del deputato Guidi Cingolani Angela Maria Commenti all'estrema sinistra),
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Pur essendomi proposta la massima moderazione, sento il dovere di respingere, a nome mio e dei miei colleghi, le accuse di menzogna e di inganno che mi sono state fatte per i precedenti della preparazione di questo patto.
Le dichiarazioni del 4 dicembre corrispondevano alla situazione di allora; ed è vero che allora dichiarammo che il patto renano per noi non veniva in considerazione, per le sue caratteristiche speciali, in confronto al problema germanico. È vero che noi concentravamo allora i nostri sforzi sul problema dell'Unione e della ricostruzione europea. Si ricordino i due memoriali dell'agosto presentati dal Governo italiano. È vero che allora ci limitammo ad un'affermazione generica diamicizia per l'America, ad un'affermazione contro l'isolamento e ad una affermazione in favore della sicurezza.
Fu appena nelle ultime settimane che il problema della sicurezza ci si è affacciato in forma precisa.
PAJETTA GIULIANO. Quando ha mandato il generale Marras in America.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Dico tutto quello che so; non posso sapere di più.
Quando nei consessi internazionali l'iniziativa altrui abbozzò le linee di una proposta concreta e fummo dinanzi a certa prospettiva di invito, allora trovammo naturalmente doveroso di prendere una risoluzione in seno al Consiglio dei ministri. (Rumori all'estrema sinistra). Appena presa questa determinazione, decidemmo nello stesso momento di presentarci alle Camere per chiedere la conferma della vostra fiducia. Questa è la situazione, la situazione semplice, corretta, democratica (Rumori e commenti all'estrema sinistra), che è conforme all'uso parlamentare e, direi, allo spirito della Costituzione. (Interruzioni all'estrema sinistra). Sarebbe, secondo il mio parere, contrario alla Costituzione se un Governo venisse dinanzi a voi e, prima ancora di aver per suo conto vagliato, deliberato e assunta la responsabilità di una parafazione, vi chiedesse un voto su un progetto concreto formulato definitivamente.
Una voce all'estrema sinistra. È una cambiale in bianco
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Non è una cambiale in bianco, perché il progetto deve tornare alla Camera e su questo sarete sempre gli ultimi a decidere. (Rumori all'estrema sinistra - Interruzione del deputato Pajetta Giuliano).
PRESIDENTE, Onorevole Pajetta, non interrompa!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Dall'esito del dibattito e dalle agitazioni connesse al dibattito stesso derivò la necessità di chiarire i nostri rapporti con la Russia. Durante la conferenza della pace abbiamo tentato - come ricordate - parecchie volte un accordo anche con la Russia intorno a quelle che erano le nostre rivendicazioni. Voi sapete per quali ragioni non fu possibile ottenere un accordo per Trieste e per il suo territorio; tuttavia noi fummo per l'applicazione integrale del trattato, e ricordate che qui abbiamo dovuto difendere questo nostro atteggiamento positivo anche nei confronti delle obiezioni dell'opposizione. Fummo, soprattutto, per una soluzione pacifica della questione del territorio di Trieste e, in ogni fase della discussione anche pubblica, abbiamo dichiarato esser certo che la soluzione della sacrosanta rivendicazione di Trieste dovesse essere ottenuta per via pacifica. Queste dichiarazioni le facemmo, non in relazione alle nostre possibilità militari, che, naturalmente, non esistevano, ma perché volemmo indicare che questa questione per quanto ci stesse a cuore non doveva essere motivo di conflitto fra le singole potenze, e molto meno di ostilità contro la Russia, All'applicazione del trattato siamo arrivati, ed è stato molto doloroso e molto penoso. L'onorevole La Malfa ha ricordato qui la cessione delle navi; l'onorevole La Malfa sa che nel momento decisivo, dopo aver fatto tutte le possibili resistenze, per avere per lo meno delle concessioni, quando si è fatto appello al nostro dovere, ci siamo ricordati del dovere di lealtà anzitutto. Abbiamo detto che, nonostante il sacrificio che ci veniva imposto e il dolore che sentivamo inflitto soprattutto alla marina ed a quanti si preoccupavano delle nostre sorti, noi abbiamo accettato l'applicazione del trattato anche se con molto dolore, Non si può dire che con il nostro atteggiamento con lo Stato russo abbiamo cercato di resistere all'applicazione del trattato, né abbiamo cercato pretesti per non applicarlo, né per creare delle ragioni di conflitto. Come con le altre nazioni, abbiamo sempre cercato di ravvivare, di completare e di integrare relazioni di commercio, così come con le altre nazioni slave. Oggi si tratta con la Jugoslavia per il problema dell'Adriatico, nonostante i nuovi atti di incorporazione che sotto diverse forme ha fatto la Russia, 287 miglia quadrate... (Commenti e interruzioni all'estrema sinistra),
TOGLIATTI. Quali atti?
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Nessun sospetto turbò i rapporti fra Stati e Stati. (Interruzioni all'estrema sinistra).
Una voce all'estrema sinistra, Quali Stati?
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. È inutile che vi ripeta i nomi degli staterelli. (Interruzioni all'estrema sinistra).
GIOLITTI. È un bugiardo se non ce lo dice!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. La polemica si sviluppò...
Voci all'estrema sinistra, Risponda!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si ha l'obbligo di rispondere quando si offende qualcuno, ma quando si fa un'affermazione...
Una voce all'estrema sinistra. Affermazione falsa!
PRESIDENTE. In questo modo, la discussione si trasformerebbe in un continuo colloquio. (Commenti all'estrema sinistra).
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. La polemica si sviluppò invece contro la dottrina e l'azione del partito bolscevico. Essa si fece più viva dopo la creazione, nel settembre 1947, del Cominform (Interruzioni all'estrema sinistra), non solo perché esso iniziò la lotta contro il piano Marshall e gli aiuti americani, ma anche perché costituì allora un sottocomitato speciale per l'azione all'interno dell'Italia e della Francia, (Interruzioni e proteste all'estrema sinistra - Commenti al centro).
PAJETTA GIAN CARLO. Chi glielo ha detto?
PRESIDENTE. Onorevole Pajetta, basta, la prego; lei potrà intervenire nelle dichiarazioni di voto, ma la finisca di turbare l'ordine in questo modo. (Commenti e rumori all'estrema sinistra - Proteste al centro - Interruzioni - Scambio di apostrofi Ira l'estrema sinistra e il centro).
Onorevoli colleghi, non mi pongano nella necessità di sospendere una seconda volta la seduta.
Una voce al centro. Vogliono questo! (Proteste del deputato Bottonelli).
PRESIDENTE. Onorevole Bottonelli, non mi costringa a richiamarla all'ordine. (Rumori - Interruzioni all'estrema sinistra).
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Assumo.... (Interruzioni all'estrema sinistra - Rumori).
Voci all'estrema sinistra. Le prove! Vogliamo le prove
PRESIDENTE. Onorevoli Failla e Gallico Spano; se continuano ad interrompere con questa richiesta delle prove, chiederò alla Camera la loro esclusione dalla seduta. (Proteste all'estrema sinistra - Rumori).
GUADALUPI Non si può fare. Debbono essere prima richiamati all'ordine!

BOTTONELLI. Protestando per questi falsi, difendiamo la causa della pace! (Proteste al centro).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi (Rivolto all'estrema sinistra), nessuno limiterà la loro libertà di parola quando, nelle dichiarazioni di voto, potranno confutare tutte le affermazioni del Presidente del Consiglio. Questo è nel loro diritto.
Una voce all'estrema sinistra. Ma non è ammesso dire delle menzogne! (Commenti).
PRESIDENTE. Riconosco il diritto di confutare tutte le affermazioni; ma non è nel loro diritto turbare l'ordine dei lavori della Camera, impedendo che il Presidente del Consiglio continui a parlare.
Una voce all'estrema sinistra. È l'onorevole De Gasperi che provoca con le menzogne! (Rumori vivissimi e proteste al centro).
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Non è la prima volta che questa affermazione è stata fatta da me e da altri. (Interruzioni all'estrema sinistra - Rumori). Comunque, assumo la responsabilità di quanto ho detto! (Prolungati rumori all'estrema sinistra
Grida di: Le prove! Vogliamo le prove!).
L'onorevole Togliatti, a proposito del Cominform, aveva dichiarato altre volte di parlarne scherzando: questa volta ha dichiarato di rispondere sul serio e si è richiamato ad una antica tradizione socialista...
TOGLIATTI. ...e comunista.
DF GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...e comunista, dell'esistenza e funzioni dell'Internazionale socialista e comunista. Ci ha detto: in fin dei conti èsempre stato così. Mi pare però che la cosa sia alquanto diversa. Una conferenza sotto la direzione di un partito come il partito bolscevico, che ha in mano la forza e i mezzi di uno Stato potente è una cosa diversa... (Proteste all'estrema sinistra - Interruzioni).
BERTI GIUSEPPE. Guerra volete, guerra; questo è il patto atlantico!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...tanto è vero... (Rumori all'estrema sinistra - Interruzione del deputato Gallico Spano Nadia).
PRESIDENTE. Onorevole Gallico Spario, la richiamo per la seconda volta.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...tanto è vero che i socialisti possono passarsela con delle diffide senza rischi, mentre Tito riceve non un'informazione, come sembrerebbe derivare dal titolo, ma una condanna espressa, ufficiale, pubblicamente manifestati per ragioni di politica interna e di politica estera, e l'ingiunzione perentoria di sottomettersi, a scanso...
TOGLIATTI. Buffone! Vivacissime proteste al centro e a destra -
Prolungati, vivissimi rumori - Grida ripetute di: Basta! Basta!).
PRESIDENTE. Onorevole Togliatti, faccio appello al suo senso di responsabilità. Non continuerò la seduta se ella non deplorerà sinceramente di aver pronunziato quella parola. Ho parlato e aspetto risposta, onorevole Togliatti.
TOGLIATTI. Se ella mi concede la parola, dirò che ne so qualcosa di questi documenti falsi ! Uno di quei documenti falsi venne lanciato dalla segreteria del Presidente del Consiglio sui giornali italiani, allo scopo di creare quell'ambiente su cui fu organizzato l'attentato del 14 luglio contro di me! (Approvazioni all'estrema sinistra Commenti).
PRESIDENTE. Onorevole Togliatti, questo le dà il diritto di protestare e di rettificare i fatti, non di lanciare ingiurie ed offese. (Interruzioni all'estrema sinistra - Commenti).
L'onorevole Togliatti non ha bisogno di molti avvocati! Credo di fare di nuovo appello al suo senso di responsabilità richiamandola all'opportunità (e la parola è un eufemismo) che questi metodi di violenze verbali e di ingiurie si abbandonino una buona volta! (Approvazioni Interruzioni e commenti all'estrema sinistra).
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. La mia affermazione si riferiva ad un documento pubblico del Cominform riguardante Tito e non a documenti segreti fabbricati dalla Presidenza... (Interruzioni all'estrema sinistra).
Ora, fino a che punto - qui sorge una questione che vorrete obiettivamente considerare - fino a che punto questa solidarietà internazionale, così organizzata e presidiata, è compatibile con i doveri... (Interruzioni all'estrema sinistra) è compatibile con i doveri di cittadinanza previsti dalla nostra Costituzione e con la sovranità e indipendenza della nazione?
Non voglio citare qui manifestazioni del passato autunno. Ammetto anche che le dichiarazioni fatte ieri dall'onorevole Togliatti ne attenuino il significato. Egli ha dichiarato: contro l'Unione Sovietica la guerra non si farà, perché il popolo lo impedirà. (Commenti all'estrema sinistra).
GALLICO SPANO NADIA. Non potrete farla!
Una voce all'estrema sinistra. Vi illudete! Mai!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Rispondo: nessuno di noi vuol fare la guerra contro l'Unione Sovietica.
Una voce all'estrema sinistra. Ma la state preparando!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Ma la questione è un'altra: la questione è di sapere se, nel caso che l'Italia fosse aggredita, gli italiani... (Interruzioni all'estrema sinistra) abbiano il dovere di difenderla o il diritto di disertare. Questa è la questione.
GALLICO SPANO NADIA. Da chi?
PRESIDENTE. Onorevole Gallico Spano, l'avverto ancora una volta, o la smette o attuo la misura disciplinare che le ho indicato.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Per mio conto credo... (Interruzioni del deputalo Gallico Spano Nadia).
PRESIDENTE. Onorevole Gaffico Spano, non turbi l'ordine; si chiuda magari le orecchie o vada altrove.
GALLICO SPANO NADIA. Il Mio posto è qui.
PRESIDENTE. Purché taccia e non turbi l'ordine.
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...credo, fermamente credo, nel sentimento di lealtà e di onore dei lavoratori italiani. Ma non parliamo di guerra che mi rifiuto di ritenere probabile o vicina. (Rumori all'estrema sinistra). Parliamo di pace.
GALLICO SPANO NADIA. A che cosa vi serve il patto, allora?
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Vi pare, onorevoli colleghi dell'opposizione, specialmente comunisti, vi pare che porti un senso di sicurezza, che desti un senso di fiducia negli italiani codesto vostro atteggiamento che non è di neutralità ma di non impegno, cioè di isolamento, di abbandono, di porte aperte? (Proteste all'estrema sinistra). Credete questa una soluzione tranquillante sui due lati, a nord e a sud? Se il conflitto avvenisse, indipendentemente dalla nostra volontà, l'Italia sarebbe di nuovo spaccata in due. Non ragioniamo come se fossimo soli ed arbitri assoluti delle nostre sorti. (Interruzioni all'estrema sinistra). Usciamo dalle considerazioni ideologiche di parte. Guardiamo all'Europa e al mondo come è. I patti collettivi o reti di patti bilaterali sono in cammino. Verranno fatti con noi o senza di noi, e con noi o senza di noi saranno fattori decisivi della politica internazionale dell'Europa e del mondo, Domando alla vostra responsabilità e con tutta serenità: ove potremo lavorare meglio per la pace, in seno ad un patto di assistenza collettiva e all'Unione europea, o perdendoci in lotte ideologiche interne o appartandoci all'interno dalle correnti internazionali? Se noi aderiamo ad un patto difensivo in modo...
GALLICO SPANo NADIA. Ma non è difensivo questo patto!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. ...in modo che sia esclusa qualsiasi aggressione contro la Russia e qualsiasi nostro obbligo di adesione a qualsiasi attacco, vi domando se noi non saremo allora nella migliore situazione per lavorare in favore delle soluzioni pacifiche e contro ogni pericolo di guerra se mai sorgesse. (Interruzioni all'estrema sinistra - Applausi al centro e a destra). L'Italia, vittima della guerra passata, potrà portare nel foro internazionale lo spirito paziente e fattivo della sua ricostruzione, la voce del suo popolo che ha bisogno di lavoro e di terra. (Interruzione del deputato Gallico Spano Nadia - Commenti).
Una voce all'estrema sinistra, E perché non gliela date?
PRESIDENTE. Onorevole Gallico Spano, le devo dire che lei non conosce neanche le regole della cortesia. Almeno per una cortesia verso di me, lei dovrebbe smetterla di interrompere; non metta a dura prova la mia pazienza!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. V'è qualcuno che possa dubitare del nostro spirito conciliativo quando, entrando nel patto, dichiariamo già che non imposteremo nessuna rivendicazione circa il trattato, e appunto lo dichiariamo, non perché sulla questione di Trieste abbiamo bisogno di adesioni da parte degli anglo-americani, ma perché urteremmo altrimenti l'atteggiamento della Russia? (Commenti). E non dovremo sperare per riflesso anche in una distensione interna... (Interruzioni all'estrema sinistra).
LATORRE. E la Cirenaica, e la Tripolitania?
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. E non dovremo dicevo - sperare per riflesso anche in una distensione interna (veramente vi è poco da sperare dato il contegno nei riguardi delle mie dichiarazioni che del resto sono conciliative)... (Interruzioni all'estrema sinistra).
Voci all'estrema sinistra. Ci parli del patto atlantico!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Santo Dio! Queste voci continue che non fanno altro che dire: patto atlantico! Ma io parlo del patto atlantico.
E non dovremo sperare, ripeto ancora, per riflesso, anche in una distensione interna e in una rinvigorita disciplina nazionale, quando un senso di sicurezza libererà tutti dalle opposte tentazioni della sovversione o della dittatura ?... (Interruzioni all'estrema sinistra).
Una voce all'estrema sinistra. E i comitati civici?
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Questa, onorevoli colleghi, è la via per preservare la pace e per salvare la libera democrazia in Italia. (Vivi applausi al centro ed a destra).
Il popolo italiano, che cerca la sua unità in mezzo alle sofferenze del dopoguerra, ritroverà ancora le sue virtù tradizionali nelle pacifiche conquiste dell'ingegno e del lavoro.
Una voce all'estrema sinistra. Retorica!
Altra voce all'estrema sinistra. Pensate a fare la riforma agraria!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Adesso vogliono che parli della riforma agraria, invece che del patto atlantico! È una intolleranza incivile quella che dimostrate ! (Vivi applausi al centro e a destra - Commenti all'estrema sinistra).
Una voce all'estrema sinistra. Barbaro!
DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Il contegno fazioso, che accentuate, non mi toglie la fede nel popolo italiano e nel suo avvenire. (Vivissimi, prolungati applausi al centro e a destra).
Per questo popolo, per questo avvenire, non per un Governo, noti per un partito, non per un gruppo, vi chiedo il vostro voto. (Vivissimi prolungati applausi a sinistra, al centro e a destra - I deputati si alzano in piedi).

[Il Presidente del Consiglio dichiarava quindi di accettare l'ordine del giorno a firma degli onorevoli Spataro, Corbino, La Malfa e Longhena con cui si approvavano le dichiarazioni del Governo e si dava mandato di continuare le trattative per la formulazione del patto atlantico.
Dichiarava inoltre di accettare a titolo di raccomandazione un ordine del giorno dell'onorevole Russo Perez ed un altro dell'onorevole Covelli concernenti non il mandato di fiducia ma aspetti particolari della partecipazione dell'Italia ai rapporti internazionali; infine, esprimendo il parere sull'ordine del giorno presentato dall'onorevole Togliatti ed altri («La Camera, riferendosi alle dichiarazioni del Governo, raccomanda che non vengaconcesso ad alcun governo straniero l'uso del territorio nazionale per l'organizzazione di basi militari di qualsiasi genere»), pronunciava le parole che seguono]

DE GASPERI, Presidente del Consiglio dei ministri. Ho da dichiarare quanto segue: nessuno ci ha mai chiesto basi militari, e d'altra parte non è nello spirito dei patti di mutua assistenza fra Stati liberi e sovrani, come il patto atlantico, di chiederne o concederne. Essendo questa la nostra valutazione, credo che il votare l'ordine del giorno Togliatti, anche per la parte donde proviene e per i sottoscrittori... (Interruzioni all'estrema sinistra) - voi ci avete dichiarati traditori un momento fa! (Commenti alla estrema sinistra - Interruzione del deputato Pajetta Giuliano) - ...equivarrebbe a insinuare che sia in noi una convinzione diversa e a diminuire il valore politico del mandato di fiducia che abbiamo chiesto alla Camera.
Perciò prego la Camera di respingerlo.

[Posto in votazione, con precedenza sugli altri, secondo la consuetudine, in quanto accettato dal Governo, l'ordine del giorno Spataro veniva approvato con 342 voti favorevoli, 170 contrari e 19 astensioni.]

mercoledì 11 giugno 2014

Per una piattaforma di lotta contro le guerre


Dopo le elezioni europee in Italia, a sinistra, si dibatte di nuove aggregazioni politiche.
Lo sfondamento di Matteo Renzi è stato maggiore sul suo fianco destro e la Lista Tsipras ha raggiunto il quorum ponendo fine alla serie negativa iniziata il 2008 con la lista Arcobaleno,proseguita nel 2009 con le liste Prc e SeL e il 2013 con Rivoluzione Civile (Sel nel 2013 entrò in Parlamento ma perchè in coalizione con il Pd era sufficiente solo il 2%).

La politica dell' Unione europea, sostenuta in Italia da Pd e centrodestra, ha perso le elezioni in tutta Europa dando spazio a nazionalismi e populismi vari, ma nei paesi meridionali la sinistra ha sfondato: Syriza sul 25%, e KKE (Partito Comunista) al 6% in Grecia; in Spagna IU al 10% e il nuovo Podemos all' 8%, in Portogallo il PC al 12%.

I ballottaggi delle elezioni comunali hanno confermato che per il Pd, nonostante il 40%, la strada non sarà facile e il nuovo Partito di Renzi lascia scoperto il fianco sinistro in maniera maggiore di prima.

Quindi, nonostante la brutta retromarcia della Spinelli, a sinistra si guarda a nuove aggregazioni ed è già fissato qualche appuntamento di discussione. E' in partenza poi il controsemestre popolare e di lotta che affiancherà in maniera conflittuale il semestre italiano alla guida dell' Ue e sono già in programma due manifestazioni nazionali:28 giugno a Roma, 11 luglio a Torino.

Sarebbe il caso quindi di definire alcuni punti programmatici su cui riunire la sinistra diffusa e dispersa nella speranza di riaggregare un' area che è sempre consistente (anche se molto minoritaria) e che, soprattutto, potrebbe parlare a vastissimi strati sociali colpiti dalla crisi. Una moltitudine di italiani che per risolvere alcuni loro problemi elementari hanno bisogno di un cambiamento sociale profondo (di cui in questo momento non si ha nessun segnale di arrivo).

Per quanto riguarda il tema della pace e della guerra non mancano le questioni importanti aperte e c'e' materiale sufficiente per costruire una piattaforma alternativa all' azione del governo Renzi.

Metto solo i titoli e qualche semplice indicazione, ma credo che l' importanza dei temi sia evidente anche con queste citazioni stringate.

Afghanistan-
La missione Isaf finisce il 31 dicembre 2014 ma la presenza italiana nel paese asiatico dal gennaio 2015 viene data per scontata anche se ancora non è stata discussa dal Parlamento. Al Senato e alla Camera c'e' però una cospicua presenza del M5S in grado di fare una opposizione dura e una mobilitazione nel paese potrebbe aiutarla.

Ucraina-
L' Italia appoggia, insieme all' Ue e agli Usa, il governo di Kiev impegnato a bombare l' est del paese che vorrebbe l' autonomia dall' Ucraina. La situazione quasi di guerra civile è stata causata dal golpe avvenuto a febbraio 2014 e l' operato Occidentale, in Italia, non ha convinto neanche ambienti di centro destra, il M5S e ambienti del centrosinistra (per non parlare della sinistra di classe). Quindi anche questo tema meriterebbe un impegno nazionale da parte delle forze più sensibili.

Siria-
L' Italia continua a far parte dell' alleanza denominata Amici della Siria che è composta oltre che da Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania dalle impresentabili petromonarchie del Golfo (Arabia saudita, Qatar, Emirati arabi uniti), dalla Turchia e dall' Egitto, oltre che dalla più tranquilla Giordania.

Difesa europea
Il governo Renzi parla apertamente di difesa europea ma non esiste neanche una politica estera europea e Francia e Gran Bretagna quando non hanno il consenso degli altri paesi fanno ugualmente quello che vogliono. Così da sole hanno tolto l' embargo alle armi per i gruppi armati anti Assad, e i francesi sono intervenuti militarmente in Africa avvertendo ONU e UE solo a cose fatte.
Qualcuno crede davvero che in futuro si muoveranno solo se hanno il consenso di Austria, Svezia, Norvegia e gli altri paesi dell' Unione ? Penso che nessuno si aspetti questo ed allora che senso ha parlare di esercito e difesa comune europea ?

Armamenti e F-35
la stragrande maggioranza degli italiani è ormai convinta che gli F-35 siano una spesa enorme e sbagliata. Nonostante questo il programma va avanti e il Pd al massimo vorrebbe che subentrassero gli Eurofighter, che sono costati ugualmente una cifra spropositata ed hanno la stessa funzione di bombardieri. Ma sprechi di denaro pubblico riguardano anche la Marina militare ed altri strumenti di guerra che le Forze Armate si apprestano ad acquistare.

Come vedete ci sono almeno cinque grandi questioni aperte alle quali potremmo unire tutte le vertenze territoriali relative alle basi militari straniere presenti nel nostro paese.

Su questi temi potrebbero convergere moltissime aggregazioni, di piccole o medie dimensioni, e avere il consenso di ampi strati dell' opinione pubblica italiana.

Io per il momento li ho elencati, chissà che presentati tutti insieme non facciano riflettere qualcuno.


Marco Palombo

sabato 7 giugno 2014

Fortebraccio, mitico corsivista dell' Unità. Fanfani lo espulse per essersi opposto ad Unione europea.

Mario Melloni, con lo pseudonimo di Fortebraccio firmò quotidianamente corsivi satirici sull' Unità, dal 1967 al 1982.

Ma Mario Melloni fino al 1954 fu deputato democristiano finchè non si oppose all' entrata italiana nell' Unione Europea Occidentale, una alleanza politico-militare tre i paesi dell' Europa occidentale, che probabilmente anticipò l' Unione Europea.

Amintore Fanfani quindi lo espulse dalla Democrazia Cristiana.
Negli anni '70 era un mito per il PCI degli anni dell' avanzata e del compromesso storico, pochi sanno oggi però che divenne loro compagno di strada per essersi opposto ad una Unione europea occidentale, politica e militare, esattamente quella oggi difesa a spada tratta da Giorgio Napolitano.

Marco

MELLONI, Mario

Enciclopedia Treccani
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)
di Maddalena Carli

MELLONI, Mario (Fortebraccio).Nacque il 25 nov. 1902 a San Giorgio di Piano, presso Bologna, da Luigi e Clara Carlani.

Dopo aver frequentato il liceo nel collegio S. Carlo di Modena, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Bologna. Qui non tardò a militare nelle file dell’antifascismo cittadino.
Un rapporto prefettizio del marzo 1932 segnala che – a causa della sua partecipazione alle manifestazioni contro lo squadrismo e ai fatti di palazzo d’Accursio (21 nov. 1920) – «i fascisti […] lo bastonarono e lo misero al bando da Bologna, unitamente a tutta la sua famiglia» (Arch. centr. dello Stato, Polizia politica, Fascicoli personali, f. Melloni, Mario).
Trasferitosi a Genova, portò a termine gli studi universitari e si laureò in legge. Nel 1923 iniziò a collaborare con il Corriere mercantile, giornale ligure di proprietà della Piaggio. Per non essere costretto a prendere la tessera del Partito nazionale fascista (PNF), abbandonò tuttavia il mondo della carta stampata, si spostò a Milano e cominciò a lavorare nell’industria privata come impiegato di concetto, ricoprendo successivamente ruoli dirigenziali.
Nel capoluogo lombardo continuò a svolgere attività antifascista: oltre a contribuire alla diffusione della stampa di opposizione al regime e a mantenere i contatti con gli ambienti del fuoruscitismo, si occupò di raccogliere fondi per la Resistenza tra i banchieri e gli industriali del Settentrione.
Aderì nel 1944 alla Democrazia cristiana (DC), fu membro del Comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia (CLNAI) e responsabile dell’edizione milanese e per il Norditalia de Il Popolo, di cui sarebbe rimasto alla guida fino al gennaio 1951.

Fin dai giorni immediatamente successivi alla Liberazione, il M. si dedicò a un’opera di rinnovamento dell’organo di stampa del partito di A. De Gasperi, mirante ad ampliarne la cerchia dei lettori oltre i confini dei militanti democristiani. Per rilanciare il quotidiano il M. puntò non soltanto su un approfondimento dell’orientamento progressista e popolare della fase resistenziale ma anche sull’assunzione di redattori «capaci di scrivere e di compilare un giornale» (Murialdi, p. 184), in sintonia con l’impegno nelle attività di riqualificazione e de-fascistizzazione della professione, che ne fece uno dei protagonisti della ricostruzione dell’Associazione lombarda dei giornalisti e uno tra i componenti del comitato speciale per l’epurazione del Corriere della sera.

La sua presenza sulla scena pubblica negli anni di nascita della Repubblica non si limitò, del resto, al campo del giornalismo. Membro di diritto del Consiglio nazionale della DC, venne eletto deputato nel collegio Como-Sondrio-Varese alle elezioni del 1948 e confermato in quelle del 1953.
Nel corso della permanenza alla Camera prese attivamente parte ai lavori assembleari partecipando, al tempo stesso, alla vita di partito e, da posizioni di sinistra, alla dialettica tra correnti, che ne qualificò l’evoluzione fin dai tempi del centrismo.
La carriera politica del M. subì una brusca interruzione il 23 dic. 1954, in occasione della discussione parlamentare sull’adesione dell’Italia all’Unione europea occidentale (UEO).
Fermamente contrario a un’alleanza politico-militare che avrebbe consentito il riarmo della Repubblica federale tedesca e ulteriormente esacerbato le logiche dello scontro bipolare sul piano internazionale come su quello interno, il M. – insieme con il collega e compagno di partito U. Bartesaghi – presentò un emendamento che proponeva di procrastinare l’entrata in vigore degli accordi di tre mesi, nel nome «dell’urgenza politica di sperimentare fino all’ultima ora, fino all’ultimo minuto, tutte le possibilità di trattare che la situazione, prima di divenire gravissima o addirittura irreparabile, ancora avaramente ci consente» (Melloni - Bartesaghi). La proposta dei due deputati venne respinta ed entrambi votarono contro la ratifica dell’adesione alla UEO; qualche ora dopo la conclusione della seduta della Camera, la direzione centrale della DC – presieduta dal neosegretario A. Fanfani – deliberò all’unanimità la loro immediata espulsione dal partito.
Il M. e Bartesaghi aderirono al gruppo parlamentare misto e fondarono e codiressero il quindicinale, poi settimanale, Il Dibattito politico (aprile 1955 - dicembre 1959).

Sostenuto da F. Rodano, il periodico rappresentò un laboratorio politico originale, improntato alla promozione del dialogo tra il mondo cattolico e quello comunista e socialista; vi intervennero – tra gli altri – G. Chiarante, U. Baduel, L. Magri, G. Gioggi, E. Salzano, A. Tatò, F. Sacconi, V. Tranquilli, G. Bachelet, U. Zappulli e R. Cacopardo.
La qualità dei corsivi pubblicati in terza pagina con lo pseudonimo «emme» e i legami con il gruppo dei cattolico-comunisti condussero successivamente il M. ai vertici de Il Paese di Roma, «quotidiano democratico del mattino» fondato nel 1948 su iniziativa del Partito comunista italiano (PCI), e della sua edizione del pomeriggio, Paese sera (1957-61). Nel novembre 1961 passò alla direzione di Stasera (novembre 1961 - ottobre 1962), l’esperimento attraverso cui A. Terenzi provò a far rinascere, nel capoluogo lombardo, un’informazione pomeridiana di sinistra; eccessivamente dipendente dalle risorse e dai redattori di Paese sera, il foglio milanese non sopravvisse tuttavia al deficit accumulato nel corso del primo anno di vita, né alla crisi della stampa seguita alla morte improvvisa di E. Mattei.

Dopo un periodo di collaborazioni con differenti testate di area comunista, tra cui Vie nuove e Rinascita, il M., che non si era candidato nelle elezioni politiche del maggio 1958, entrò nel PCI; nel maggio 1963 venne eletto deputato nel collegio Milano-Pavia, riprendendo quindi l’attività parlamentare interrotta quasi dieci anni prima, e nel corso della IV legislatura fu membro della commissione Affari esteri ed emigrazione della Camera. Pur non ripresentandosi alle elezioni del 1968, non abbandonò la scena politica, che avrebbe commentato ogni giorno dalle pagine de L’Unità per circa quindici anni: dal 1967 al 1982 il M. si trasformò in Fortebraccio, una delle firme più apprezzate e maggiormente popolari del corsivismo italiano.

Con lo pseudonimo ispirato al personaggio dell’Amleto di W. Shakespeare – Fortinbras, il principe di Norvegia dal «temperamento barbaro di impunito allo sbaraglio» – o, secondo altri, al capitano di ventura Andrea Fortebracci detto Braccio da Montone, il M. usò siglare la propria rubrica quotidiana sull’organo di stampa del partito comunista: trenta righe contro «Lorsignori», formula «nata dal mio proposito di comprendere in una sola e rapida espressione i padroni e i ricchi, i potenti e i governanti, palesi o occulti, tutti coloro, insomma, che (indegnamente) ci comandano» (M. Melloni, La galleria di Fortebraccio, Roma 1985, p. 24). Dall’ironia di Fortebraccio venne colpita l’intera classe dirigente del paese e, con essa, la retorica e le miserie della vita pubblica nazionale: dotato di una scrittura chiara e raffinata e di un’arguzia comparabile al pungente sarcasmo delle vignette satiriche, l’ex democristiano passato al PCI seppe avvalersi di tutta l’efficacia pedagogica del «convertito con l’orgoglio di esserlo», senza nascondere il proprio spirito di parte e pervenendo a «somministrare alle grandi masse la chiave per interpretare la cronaca» (N. Ajello, Populista e gentiluomo, in La Repubblica, 30 giugno 1989). I suoi articoli, periodicamente raccolti in antologie pubblicate a grande tiratura dagli Editori Riuniti, costituiscono ancora oggi un documento prezioso: essi testimoniano non solo lo straordinario talento giornalistico dell’autore, ma anche l’evoluzione della Repubblica Italiana negli anni in cui il sistema dei partiti andava progressivamente modificandosi in partitocrazia.
Il M. cessò la propria collaborazione con L’Unità nel 1982. Ritiratosi dalla professione giornalistica, trascorse gli ultimi anni a Milano, dove morì il 29 giugno 1989.

Dei lavori e delle raccolte del M. si ricordano (tutti editi a Roma se non diversamente indicato): Storia di un voto, Lecco 1955 (in collab. con U. Bartesaghi); Figure e fatto: 24 corsivi di emme, 1956; I corsivi di Fortebraccio, 1970; Lor signori. Corsivi 1971-1972, 1972; Dalla nostra parte: corsivi 1973, 1973; Il Belpaese, Milano 1973 (in collab. con A. Chiappori); I nodi al pettine. Corsivi 1974, 1974; Fanfaneide, 1975; Se questo è un mondo. Corsivi 1975, 1975; Cambiare musica. Corsivi 1976, 1976; Non siamo gentili. Corsivi 1977, 1977; Partita aperta. Corsivi 1978, 1978; A carte scoperte. Corsivi 1979, 1979; Detto tra noi. Corsivi 1980, 1980; A chiare note. Corsivi 1981, 1981; È già tempo. Corsivi 1982, 1982; Fortebraccio e lorsignori: i corsivi su l’Unità di un grande maestro di satira politica, a cura di W. Settimelli, Milano 2002.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Polizia politica, Fascicoli personali, f. Melloni, Mario; Ibid., Fondazione Lelio e Lisli Basso - ISSOCO, Marco Palmerini, 1, ff. 8: Miscellanea 1954; 9: Miscellanea 1955; 2, f. 3: «Il dibattito politico». Ada Alessandrini; 2/1, f. 88: Mario Melloni; 7/5, ff. 28: CED-UEO 1950-1955; 29: Campagna sul disarmo 1950-1962; 11, f. 58: Stampa, 1958-1980; 14, f. 33: Personaggi politici 1978-1989; Gerardo Bruni, 2/2, f. 25: Cartelle scelte da M. P. [Marco Palmerini] con corrispondenza di Antonio Pozzi 1950-1971; 5/7, f. 52: Mario Melloni 1959; Ibid., Fondazione Ugo Spirito, Camillo Pellizzi, 5, f. 51: Corrispondenza; Ibid., Istituto Luigi Sturzo, Giuseppe Spataro, VII, f. 32; IX, f. 115; IX/2, f. 70; X, ff. 112, 513; Democrazia cristiana, 1/1, f. 155: Seduta della direzione centrale, 23 dic. 1954 (17 dic. 1954 - 29 dic. 1954); 6/1/4/3/, Comunismo, f. 22: Mario Melloni 1989; Giovanni Gronchi, 4, f. 107: Seduta della direzione centrale, 23 dic. 1954 (17 dic. 1954 - 29 dic. 1954); Guido Gonella, 2/13, f. 55: Melloni; 3/1, f. 5: Lettere, appunti, relazioni, promemoria 1946-1948. Si vedano inoltre: P. Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra 1943-1972, Roma-Bari 1973, pp. 92, 107, 184, 337, 386, 478 s., 576; G. Galli, La crociata di re Ferendum: con i corsivi di Fortebraccio, Roma 1974; N. Ajello, Intellettuali e PCI (1944-1958), Roma-Bari 1979, pp. 167, 313, 433; Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, I, Dalla Resistenza alla Repubblica (1943-1948), Roma 1987, p. 81; II, De Gasperi e l’età del centrismo (1948-1954), ibid. 1988, p. 109; III, Gli anni di transizione: da Fanfani a Moro (1954-1962), ibid. 1988, pp. 15 s., 19; M. Grandinetti, I quotidiani in Italia 1943-1991, Milano 1992, ad ind.; Storia dell’Italia repubblicana (Einaudi), I, La costruzione della democrazia. Dalla caduta del fascismo agli anni Cinquanta, Torino 1994, p. 990; E. Marcucci, Giornalisti grandi firme, Roma 1998, pp. 317-321; G. Gozzini - R. Martinelli, Storia del Partito comunista italiano, VII, Dall’attentato a Togliatti all’VIII congresso, Torino 1998, p. 385; G. Chiarante, Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta, Roma 2006, pp. 15, 61, 90, 124-127, 158; I deputati e i senatori del primo Parlamento repubblicano, Roma-Milano-Catania 1949, ad ind.; Deputati e senatori della Democrazia cristiana, a cura di A. Verrina, Roma 1950, ad ind.; G. Vaccaro, Panorama biografico degli Italiani d’oggi, II, Roma-Firenze 1956, ad ind.; Diz. storico del movimento cattolico in Italia (1860-1980), I, I fatti e le idee, 1, Casale Monferrato 1981, p. 293; Gli ex parlamentari della Repubblica, Roma 1985, ad ind.; L. Arbizzani - N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945), IV,