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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

La domanda che avrei voluto fare a Loretta Napoleoni ma mi è stata "stoppata" da Amedeo Ricucci

“Nel Medio Oriente c’è la tendenza alla disgregazione degli stati nazionali ma questo non incide più negativamente sulla produzione petrolifera, anzi spesso favorisce l’ incremento della stessa” Lunedì 24 novembre l’ economista Loretta Napoleoni presentava alla Libreria Feltrinelli della Galleria Sordi, proprio davanti a Palazzo Chigi, il suo ultimo libro sull’ Isis. L’ incontro è stato introdotto da Amedeo Ricucci, giornalista Rai rapito dall’ Isis nell’ aprile 2013. Dopo alcune domande poste dal giornalista è stato il pubblico a intervenire ed anch’ io ho fatto una domanda.  In sostanza ho chiesto a Loretta Napoleoni. “La disgregazione degli stati nazionali in Medio Oriente è una tendenza, o rischio, su cui concordano  tutti gli osservatori. La Libia è attualmente divisa tra due governi, uno sostenuto da Egitto l’ altro da Qatar e Turchia, l’ Iraq è diviso tra Kurdistan iracheno, la zona controllata dall’ Isis, la parte ancora sotto il governo centrale di Baghdad....

Un commento di Alfonso Navarra al mio pezzo sul 2007

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La sinistra cd radicale in Italia dovrebbe "rifondarsi" innanzitutto depurandosi dal vecchio sottoceto politico "poltronaro". Siccome - per fare un solo esempio - RifCom non riesce a scrollare dalla segreteria l'ex ministro del lavoro Ferrero, e a dissolvere la sua "cordata", sarebbe allora forse compito dei movimenti, per il tramite degli attivisti con interessi politici complessivi, prendere con intelligenza le distanze da questi zombies politici, che trasformano in materia putrefatta tutto ciò che toccano. In realtà siamo sempre a fare i portatori d'acqua per costoro, nelle elezioni che designano i rappresentanti istituzionali. L'ultimo nostro errore - lo possiamo ora dire? - è stato la Lista TSIPRAS che ha eletto due giornalisti di Repubblica (Spinelli e Maltese) e una rifondarola (Fiorenza). Ora stiamo correndo - è la logica delle cose - verso nuove elezioni politiche anticipate. Possiamo aspettarci ...

Un commento di Nella Ginatempo al mio pezzo sul 2007

Caro Marco, grazie per questa dettagliata ricostruzione. Mi hai fatto ricordare tante cose che avevo dimenticato. Quali lezioni trarre da questa storia ? Come è stato possibile che un grande movimento si sia squagliato come neve al sole ?   E quello che si trae dalla tua ricostruzione è la tenacia di alcuni pezzi del movimento che cercano di riorganizzarsi e di continuare le iniziative nonostante la crisi politica del pacifismo dovuta  alle scelte del "governo amico". Quest'ultimo aveva prodotto molte nefaste conseguenze: il voto favorevole alla guerra in Afghanistan e alla base Dal Molin, condiviso da Rifondazione al governo e giustificato dalle maggiori associazioni vicine al centrosinistra come ARCI e CGIL. A sua volta  questi processi travolgono la precaria unità durata alcuni anni nel movimento dei social forum dove attorno al NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA si erano incontrati sia moderati che radicali.  L'asservimento della sinistra italiana all...

2007, contro le guerre senza la sinistra istituzionale

2007, contro le guerre senza la sinistra istituzionale di Marco Palombo Negli ultimi anni molti hanno parlato di scomparsa del pacifismo italiano, passato dalla enorme mobilitazione del 2003 contro la guerra in Iraq all' assenza completa durante i bombardamenti italiani in Libia. In realtà tra il 2003 e il 2011 ci sono stati dei passaggi intermedi che proverò a ricordare affinchè da quelle mobilitazioni si possano ricavare idee per ricostruire un movimento nazionale contro le guerre. Credo infatti che una parte della sinistra storica protagonista del 2003 sia ormai legata alle strategie di Nato e UE e non più disponibile a iniziative che disturbino le due istituzioni internazionali. A questo proposito è interessante ricostruire il 2007. In quei dodici mesi ci sono stati episodi che hanno rappresentato una cesura netta tra due fasi molto diverse del movimento pacifista. Gli appuntamenti di quell' anno sono stati molti e quindi sarò schematico e sintetico, spera...

M.Correggia-Una storica rivolta nel segno di Sankara?

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da  www.ilmanifesto.info Una storica rivolta nel segno di Sankara? —  Marinella Correggia, 1.11.2014 Burkina Faso. Voci dalla piazza che insorge Il Bur­kina Faso festeg­gia la par­tenza di Blaise Com­paoré. Ma torna a cam­mi­nare al ritmo di Tho­mas San­kara – a 27 anni dal suo assas­si­nio — oppure corre il rischio di essere un’altra «pri­ma­vera» mani­po­lata? L’intensa espe­rienza rivo­lu­zio­na­ria san­ka­ri­sta fu inter­rotta nel 1987 con un san­gui­noso colpo di Stato, ordito pro­prio dal pre­si­dente appena fug­gito in Costa d’Avorio, con con­ni­venze di potenze regio­nali e occidentali. A Oua­ga­dou­gou, Samsk Le Jah, musi­ci­sta, con­dut­tore radio­fo­nico, è uno dei lea­der della pro­te­sta. Per lui non c’è dub­bio: «Gli ideali di Tho­mas sono al cen­tro del pro­cesso: la dignità, il lavoro sulle coscienze, il coin­vol­gi­mento di tutti…». Il movi­mento di Samsk, «Balai citoyen» (scopa dei cit­ta­dini) è mobi­li­tato da oltre un anno, ma ha alle spalle un lungo p...