lunedì 18 novembre 2019

Aramco, l’Ipo diventa locale: niente roadshow in Occidente


di S.Bel.
sole24ore
È saltato il roadshow di Saudi Aramco in Occidente. La compagnia petrolifera – che andrà in Borsa a dicembre solo sul listino saudita – ha cancellato anche la tappa di Londra dal calendario degli incontri con i potenziali investitori. È quanto risulta da indiscrezioni raccolte in ambienti bancari britannici. In precedenza erano già stati revocati gli appuntamenti in Nord America e in Asia.
I dirigenti di Aramco limiteranno gli incontri all’Arabia Saudita e ai Paesi del Golfo Persico: Emirati arabi uniti, Kuwait , Bahrein e Oman secondo il Financial Times.
È l’ennesimo segnale del fatto che l’«Ipo dei record» è stata drasticamente ridimensionata rispetto alle aspirazioni iniziali. Accolta con crescente scetticismo dagli investitori occidentali, l’operazione è stata dapprima limitata ad un ambito locale: la quotazione avverrà solo sul Tadawul, il listino saudita.
Anche la valutazione è stata abbassata. Domenica 17 Riad ha fatto sapere che punta a collocare in Borsa solo l’1,5% del capitale (di cui lo 0,5% riservato al pubblico retail), raccogliendo 24-25,6 miliardi di dollari: un obiettivo che porta a valutare Saudi Aramco tra 1.600 e 1.700 miliardi, molto meno dei 2mila miliardi che costituivano l’aspirazione del principe Mohammed Bin Salman.

domenica 17 novembre 2019

Partita l' IPO della Saudi Aramco, il colosso petrolifero saudita valutato 1.700 miliardi di dollari



Quanto vale Saudi Aramco? L’IPO svela il mistero
 17 Novembre 2019 - 11:30
Il colosso del petrolio saudita vale abbastanza da battere il record di Alibaba sull’IPO più grande di sempre

Saudi Aramco prepara la scena alla più grande IPO della storia. La fascia di prezzo comunicata in mattinata valuterebbe il colosso del petrolio saudita fino a $1.700 miliardi.
Saudi Aramco pronta all’IPO
In un comunicato stampa, Saudi Aramco ha fatto sapere di voler vendere una quota del 1.5% della compagnia, circa 3 miliardi di azioni. Il prezzo indicativo è di 30 Riyal (€7,24) o 32 Riyal, che porterebbe a un’offerta pubblica iniziale di 96 miliardi di riyal ($25.6 miliardi).
Il quadro implica che il colosso vale fra 1.600 miliardi e 1.700 miliardi, meno dei 2.000 miliardi sperati dal principe Mohammed bin Salman ma comunque abbastanza da puntare a un’IPO da record.
Se valutato al massimo, l’accordo potrebbe battere i $25 miliardi da record dell’e-commerce cinese Alibaba, quando debuttò sul mercato a New York nel 2014.
La quotazione di Aramco è il cuore del piano di bin Salman per diversificare il business del più grande esportatore di crude al mondo.
Secondo Reuters, l’IPO non sarà disponibile all’estero. “Questo metterà il peso dell’accordo su banche locali e regionali”, ha detto una fonte anonima. Sarà comunque possibile la partecipazione di Investitori Esteri Qualificati.
Quanto vale Saudi Aramco?
A partire dal 3 Novembre Saudi Aramco ha finalmente dato il via all’IPO dopo una serie di false partenze. Il principe Mohammed, che ha paventato l’idea per la prima volta ormai quattro anni fa, vuole raccogliere miliardi di dollari da investire in industrie non petrolifere.
Ma il mondo degli investimenti sta ancora cercando quanto vale la compagnia. La fascia valutata dagli analisti è molto ampia: fra $1.200 miliardi e $2.300 miliardi.
Da un lato, Saudi Aramco è la compagnia più remunerativa al mondo. Per l’anno prossimo ha già pianificato dividendi da $75 miliardi, cinque volte più di Apple.
Dall’altro ci si aspetta che il prezzo del petrolio diminuisca per via del calo della domanda globale a seguito delle misure per abbattere le emissioni nocive per l’ambiente. Dal 2021, ad esempio, la Banca europea per gli investimenti taglierà €2 miliardi di investimenti annui a tutti i progetti a energia da fonti fossili


lunedì 11 novembre 2019

Saudi Aramco ipotizza picco della domanda di petrolio nel 2035.


 Quella che segue è una traduzione grossolana di un articolo di Bloomberg. 

Saudi Aramco ha pubblicato un prospetto di 600 pagine dedicato agli investitori della sua IPO delle prossime settimane, ma il dato fornito sul picco della domanda di petrolio è importante indipendentemente dall' operazione finanziaria attuale. 

Aramco ha dovuto scrivere dati attendibili nel mondo finanziario, ed è molto indicativo che il dato sulla futura domanda di petrolio ipotizzi un picco massimo già nel 2035.

Marco

Dubai - Secondo una valutazione inclusa nel prospetto per l'offerta pubblica iniziale (IPO) di Saudi Aramco , la domanda globale di petrolio potrebbe raggiungere il picco entro i prossimi 20 anni,

"le opinioni stanno lentamente cambiando nel paese in cui i funzionari hanno a lungo respinto l'idea come esagerata"

Aramco non ha proposto una sua valutazione, ma ha utilizzato una previsione del consulente del settore IHS Markit che prevede che la domanda di petrolio raggiungerà il picco attorno al 2035. Nello scenario proposto da IHS, la crescita della domanda di greggio e altri liquidi petroliferi si "stabilizzerà" in quel momento. In una altra tabella di accompagnamento, il gigante del petrolio saudita ha mostrato una domanda mondiale di petrolio inferiore nel 2045 rispetto al 2040.

Aramco non ha esplicitamente approvato la previsione di IHS Markit, ma la sua inclusione nel prospetto IPO di 658 pagine attirerà l'attenzione degli investitori di tutto il mondo. Secondo il prospetto, i direttori della società ritengono che i dati forniti dal consulente del settore siano "affidabili".

C’ è un secondo scenario nel prospetto, che è essenzialmente un documento di marketing per la vendita di azioni di Aramco, e questo prevede una più rapida transizione dai combustibili fossili con un picco della domanda di petrolio alla fine del 2020.


Fino a febbraio, il CEO di Aramco Amin Nasser ha respinto le preoccupazioni sull'aumento delle alternative al petrolio come "non basate su logica e fatti" e affermava che queste sono sorte "principalmente in risposta a pressioni e clamore". Un anno prima in un evento del settore negli Stati Uniti, aveva affermato di "non aver perso il sonno a causa della" domanda di picco del petrolio "",.

Khalid Al-Falih, ministro del petrolio del paese fino a due mesi fa, era altrettanto sprezzante, e nel 2017 disse che i dirigenti, e gli analisti del settore dell'energia che parlavano di picchi di domanda di petrolio erano stati "fuorviati".

Rispetto a un prospetto diffuso da Aramco ad aprile in occasione di una vendita di obbligazioni, le previsioni affrontano un futuro più lontano. Poco più di sei mesi fa, la società offriva agli investitori solo una visione dei mercati petroliferi fino al 2030, mentre ora offre una prospettiva fino al 2050. Ad aprile, Aramco non indicò la possibilità che un picco della domanda di petrolio fosse all'orizzonte.

I maggiori produttori europei come Royal Dutch Shell e Total hanno già espresso preoccupazione per il picco della domanda di petrolio. Tuttavia, Aramco può trarre conforto dal fatto che, in quanto uno dei produttori a basso costo, la sua quota di mercato potrebbe aumentare con il calo della domanda. Secondo il prospetto, anche con un picco della domanda alla fine del 2020, la quota di mercato dell'Arabia Saudita potrebbe salire dal 15% al ​​20% circa entro il 2050.

Secondo una stima, le riserve nazionali potrebbero sostenere la produzione nei prossimi decenni, poiché la società migliora i fattori di recupero sul campo. Aramco sarà in grado di continuare a pompare fino a 11 milioni di barili al giorno di greggio e condensa negli anni '30 e probabilmente raggiungere i 13 milioni di barili al giorno negli anni '40, secondo gli analisti Sanford C Bernstein in un rapporto.

Sabato il Aramco ha pubblicato il prospetto mentre promuove quella che potrebbe essere la più grande vendita di azioni mai realizzata. Una cosa assente dal documento era qualsiasi suggerimento su quale valutazione Aramco punta. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha affermato che Aramco dovrebbe essere valutato a $ 2 trilioni di dollari, ma i banchieri che hanno cercato di valutare la società hanno suggerito che potrebbe valere ovunque da $ 1,1 trilioni a $ 2,5 trilioni. Gli investitori inizieranno a fare offerte per l'acquisto di azioni della compagnia petrolifera a partire dal 17 novembre.

Bloomberg

sabato 9 novembre 2019

Sassoli avvia procedimento contro una europarlamentare di France Insoumise per un Tweet su Extinction Rebellion



Il 17 ottobre scorso la eurodeputata Manon Aubry di France Insoumise, partito francese appartenente nell’ europarlamento del  gruppo della Sinistra GUE-Sinistra europea, ha pubblicato un tweet dove tra le altre cose  invitava Extinction Rebellion, che a Londra stava terminando la sua ribellione internazionale, ad occupare il Parlamento Europeo.

Il 25 ottobre Il presidente dell’ Europarlamento David Maria Sassoli, del Partito Democratico,  ha scritto alla euro deputata una lettera ufficiale chiedendo di inviare entro il 4 novembre delle spiegazioni.

Potete leggere il documento inviato da Sassoli al link

https://it.scribd.com/document/433755828/EImaC1QW4AAD5tu#download&from_embed                                                                                        
La deputata di France Insoumise ha risposto ribadendo le sue convinzioni, denunciando che l’ intervento di Sassoli andava contro la libertà d’ espressione degli eurodeputati e facendo notare che si censurava l’ appoggio di un' eurodeputata alla lotta nonviolenta e alla disobbedienza civile di Extinction Rebellion e non chi prende soldi dalle lobby private.

Potete leggere nel dettaglio lo scambio di lettere ufficiali tra Davide Sassoli e Manon Aubry in questo articolo del El Diario, scovato nella pagina Facebook di Extinction Rebellion Spain


mercoledì 6 novembre 2019

Storia dell' Ilva, Società siderurgica italiana, dalla scelta del nome latino dell' Isola d' Elba all' ArcelorMittal Italia

Foto di Roberto Ridi - Un laghetto all' Isola d' Elba nella zona delle vecchie miniere di ferro
Ilva

Treccani Enciclopedia on line
Ilva Società siderurgica italiana, fondata a Genova nel 1905, allo scopo di dar vita a uno stabilimento siderurgico a Bagnoli, vicino Napoli. Come nome fu scelto quello latino dell’Isola d’Elba, per il riferimento alle miniere di ferro elbane. Nel 1911 l’I. assunse la guida di un consorzio industriale (Consorzio Ilva) per la gestione degli stabilimenti di diverse società minori. Nel 1930-31 acquistò o incorporò numerose altre imprese, anche al di fuori del settore siderurgico, e nel 1937 entrò a far parte del gruppo Finsider, finanziaria costituita quello stesso anno per la gestione delle società siderurgiche dell’IRI, sviluppando e potenziando la sua attività tanto da costituire il più grande complesso italiano nel settore della siderurgia e delle lavorazioni derivate. Dopo le distruzioni della Seconda guerra mondiale, nel periodo 1946-59, l’I. attuò un’imponente opera di ricostruzione e di ampliamento dei suoi stabilimenti. Nel 1961 incorporò la Cornigliano S.p.A. (fondata nel 1951 a Genova), dando vita al gruppo Italsider.
Nel 1988, nell’ambito del risanamento delle attività siderurgiche dell’IRI, fu costituita a Roma la Ilva S.p.A., in cui confluirono gli impianti efficienti e le produzioni destinate a settori profittevoli che originariamente facevano capo alla Finsider. Nel 1993 l’I. si scisse in due società, la Ilva laminati piani (venduta nel 1995 al gruppo Riva) e la Acciai speciali Terni (ceduta nel 1994 alla società italo-tedesca ThyssenKrupp), e fu posta in liquidazione.
Nel luglio 2012, a seguito di due perizie depositate presso la Procura della Repubblica di Taranto sull'emissione di sostanze nocive che avrebbero prodotto un innalzamento del numero di decessi e delle patologie a esse attribuibili, i vertici della società siderurgica sono stati incriminati per strage e disastro ambientale ed è stato disposto il sequestro degli impianti a caldo di Taranto; nel mese successivo il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro e disposto il risanamento degli impianti senza prevedere alcuna facoltà d'uso. A ottobre il Ministero dell’ambiente ha approntato un documento tecnico per l'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) in cui è tracciato il piano di adeguamento degli impianti, ritenendo prioritarie l'attuazione di sistemi di monitoraggio per i principali punti di emissione, la valutazione delle emissioni diffuse e la riduzione della produzione dell'acciaio da 15 a 8 milioni di tonnellate l'anno. Nel novembre 2012, a seguito del sequestro preventivo di prodotti finiti e semilavorati, in quanto realizzati in violazione del fermo già disposto dalle autorità giudiziarie sugli impianti dell'area a caldo, e dell’ordinanza di custodia cautelare emessa contro sette dirigenti, i vertici dell’azienda hanno annunciato la chiusura dell’area a freddo dello stabilimento di Taranto e – stante l’impossibilità di commercializzare i prodotti – la sospensione dell’attività in tutti gli stabilimenti siderurgici del gruppo. Il 30 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per il risanamento ambientale e la continuità produttiva degli stabilimenti di Taranto; recependo le indicazioni emerse nell'incontro tra governo, parti sociali, amministratori locali e vertici aziendali, esso stabilisce che la società abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per l'intero periodo di validità dell'AIA. Nel maggio 2013, a seguito del sequestro preventivo deciso dal Gip di Taranto sui beni della Riva Fire Spa che controlla l'I. in ragione delle mancate opere di risanamento ambientale allo stabilimento, il consiglio di amministrazione della società siderurgica si è dimesso; nel giugno successivo, per assicurare la continuità della produzione, il risanamento ambientale e la salvaguardia dell’occupazione, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che dispone il commissariamento temporaneo dell’azienda per una durata massima di 36 mesi, affidando l’incarico di commissario straordinario all’amministratore delegato uscente E. Bondi, a cui è succeduto l'anno successivo l'ex  presidente del consiglio di amministrazione dell’Enel P. Gnudi. All’inizio del 2015 l'I. è stata ammessa alla procedura in Amministrazione Straordinaria e i commissari sono diventati tre: oltre a Gnudi, E. Laghi e C. Carrubba. Nel 2018 è entrata a far parte del polo industriale ArcelorMittal Europe cambiando anche il nome in ArcelorMittal Italy.

martedì 29 ottobre 2019

Il Fondo Sovrano Russo in soccorso della IPO della Saudi Aramco ?





A inizio Novembre dovrebbe essere finalmente annunciata la quotazione in Borsa della Saudi Aramco, una IPO che è slittata più volte negli ultimi due anni.

Il 17 novembre dovrebbe essere annunciato il prezzo iniziale delle azioni, e il 4 dicembre dovrebbe iniziare il vero e proprio collocamento sul mercato.

Ma la notizia del giorno è che sarebbe il Fondo sovrano di investimento russo, RDIF, a mettere insieme un pool di fondi che acquisterebbero le azioni dell' Aramco messe sul mercato.

Putin quindi darà una mano al Principe Saudita che stava avendo difficoltà non indefferenti alla sua storica operazione finanziaria.

Marco

" Russian sovereign wealth fund RDIF is working on a consortium of investors for the Aramco IPO, its chief executive said on Tuesday.

"There are several Russian pensions funds who are interested to invest in the Aramco IPO and we have also received indications from our Russia-China fund of some Chinese major institutions also interested in Aramco IPO," Russian Direct Investment Fund (RDIF) head Kirill Dmitriev told reporters at the Future Investment Initiative conference in Riyadh.

"We are waiting for the final details to emerge," Dmitriev said, without mentioning the timeline, but said that Aramco is a particularly interesting investment. "

(Reporting by Stephen Kalin; writing by Nafisa Eltahir; editing by Jason Neely)

lunedì 28 ottobre 2019

Non c’è un pianeta B. A dicembre Greta nel Cile della rivolta antiliberista




Dal 2 al 13 dicembre 2019 a Santiago del Cile si svolgerà la COP25, la Conferenza annuale dell’ ONU sui cambiamenti climatici.

 “Non c’ è un pianeta B”, uno degli slogan più citati nelle manifestazioni per agire subito contro i cambiamenti climatici, si presta bene anche a spiegare come l’ emergenza climatica si intrecci inevitabilmente ad altre questioni globali, dalle guerre alla giustizia sociale, dalla democrazia al rapporto tra paesi ricchi e il sud del mondo, alle migrazioni.

Tutto si tiene, si diceva una volta, e vale anche oggi quando anche internet serve ai manipolatori dell’ opinione pubblica mondiale per separare le varie nicchie, per frammentare le aggregazioni, per impedire alle persone di collegare una questione con un’ altra.

Ma così come a Londra si discute su quanto Extinction Rebellion sia radicato nella classe media ma poco presente nelle centinaia di migliaia di londinesi di origine straniera,

come nel suo piccolo, nel forum di Extinction Rebellion Italia si discute se partecipare o meno con le bandiere di XR alla manifestazione per il Kurdistan siriano del 1 novembre,

per un ironia della sorte, la Cop25, che vedrà anche la presenza di Greta Thumberg e che verosimilmente sarà al centro del quarto  sciopero globale per il clima del 27 novembre,

si svolgerà a dicembre nel Cile che vede in questi giorni enormi manifestazioni contro il governo Pinera e le sue politiche neoliberiste che colpiscono, come ovunque, le classi meno abbienti a favore dei poteri finanziari.

Il dibattito sulle lotte per arginare i cambiamenti climatici è appena iniziato e ci scusiamo con chi ne è infastidito e pensa che sia un complotto organizzato da Soros.

E’ una lotta che piace anche ai Vip, ma questo non è un segreto, Greta è arrivata nel continente americano nell’ agosto 2019 in una imbarcazione a vela insieme al figlio della principessa Caroline di Monaco, 
e nel prossimo futuro sicuramente discuteremo molto dei legami tra il tema dei cambiamenti climatici e le altre questioni globali.

Marco

venerdì 25 ottobre 2019

Saudi Aramco, ennesimo rinvio della quotazione. La prima impresa per emissioni di gas serra, la più grande IPO di sempre



La quotazione in Borsa della Saudi Aramco slitta ancora. L' ultimo rinvio è per l' annuncio, previsto il 20 ottobre, della partenza alla Borsa saudita. Ma già si parla anche di abbandono del progetto di quotare l' impresa in una Borsa all' estero.

Erano state ipotizzate, in ordine cronologico, Wall Street negli USA, ma ci sono troppe tutele per i piccoli azionisti, Londra,che aveva addirittura già modificato alcune storiche regole della sua Borsa per permettere l' operazione, ma la Brexit la renderebbe troppo incerta, Honk Kong, che in questo momento non è troppo tranquilla, e Tokio.

Sembra però che gli investitori stranieri siano assai tiepidi, la quotazione prevista esagerata, e il prezzo attuale del petrolio troppo basso.

Negli ultimi mesi inoltre gli investimenti nelle produzioni di energia da fonti fossili sono nel mirino per il loro impatto devastante sul clima, vedi Greta, Extinction Rebellion ed anche papa Francesco,  e il prestigio dei sauditi assai in ribasso per il caso Khassogi e la guerra allo Yemen.



Insomma molte incognite su tutta l' operazione e speriamo che alla fine siano troppe e il regno dei Saud abbia una brusca frenata alla sua attività guerrafondaia e distruttrice dell' ambiente.

Ma i sauditi hanno speso enormi risorse finanziarie per sistemi di armamento, che talvolta sanno usare poco, vedi i missili che hanno colpito la raffineria Aramco, e non rinunceranno pacificamente ai loro progetti megalomani, che però finora potevano permettersi.

Marco




Emissioni di gas serra, da IlFattoquotidiano


Prima assoluta della lista è la compagnia energetica pubblica dell’Arabia Saudita, la Saudi Aramco. Al secondo posto l’americana Chevron (privata), seguita dalla russa Gazprom (statale).
 
Hanno sfruttato incessantemente le riserve mondiali di petrolio, gas e carbone e sono responsabili di oltre un terzo di tutte le emissioni di gas serra registrate in oltre mezzo secolo. Un’analisi condotta dal Climate Accountability Institute degli Stati Uniti i cui risultati sono stati pubblicati dal quotidiano inglese Guardian rivela i nomi delle 20 compagnie che operano nel settore petrolchimico e che hanno causato, direttamente e indirettamente, il 35% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica e metano dal 1965 al 2017. Non lo hanno fatto da sole, però. Dei 20 colossi, dodici sono a controllo statale.

L' IPO di Aramco 

da valori.it  17 ottobre 2019

Aramco (non) vale 2 trilioni di dollari

Prefigurato la prima volta tre anni fa dal principe ereditario Mohammed bin Salman, l’ingresso in borsa di Aramco, sostiene Bloomberg, dovrebbe essere annunciato ufficialmente entro la fine del mese. E a spiccare, nota ovviamente l’agenzia, sono i numeri da record. Nulla di ufficiale ma i rumors sono noti da tempo: Aramco affiderà al mercato il 2% delle sue azioni con un prezzo target complessivo di 40 miliardi di dollari.

 Quasi il doppio, per capirci, del capitale iniziale raccolto cinque anni fa dal gigante cinese dell’e-commerce Alibaba, lanciatosi sulla piazza finanziaria per la miseria di 25 miliardi. Se le cifre attese dovessero essere confermate la valutazione complessiva della compagnia di Stato saudita raggiungerebbe i 2 trilioni di dollari, due volte tanto la capitalizzazione azionaria di Apple che, ad oggi, è la più grande public company del mondo in termini di valore di mercato.

La cifra obiettivo però non convince tutti. Qualche analista di lungo corso, come Liam Denning, noto columnist per Bloomberg, Wall Street Journal e Financial Times, ha parlato di valutazione gonfiata. Il nodo è dato dal prezzo del barile che, al momento, resta troppo basso per garantire ad Aramco introiti adeguati. Per giustificare una valutazione da duemila miliardi di dollari, ha sostenuto Denning, occorrerebbe accettare uno scenario rialzista capace di condurre il petrolio a quota 80 biglietti verdi e di lasciarlo lì nel medio termine. Possibile?


Teleborsa 18 ottobre 2019, 

SLITTA ANCORA L' IPO DI SAUDI ARAMCO 

(Teleborsa) – L’Arabia Saudita ha rinviato nuovamente il lancio della tanto attesa offerta pubblica iniziale (IPO) di Saudi Aramco, prevista già la settimana prossima. Si tratta di uno slittamento limitato a qualche settimana.

Secondo quanto scrive il Financial Times, Riad vuole aspettare fino a quando non avrà più chiarezza riguardo al potenziale impatto sul bilancio degli attacchi contro gli impianti petroliferi sauditi, del mese scorso, che hanno dimezzato temporaneamente la produzione.

L’annuncio del collocamento in Borsa era atteso per questa domenica, 20 ottobre, a Dahran, la città sede del quartier generale di Saudi Aramco. Il prospetto sarebbe stato pubblicato la settimana prossima, in modo da effettuare l’IPO a novembre.

Con l’operazione il principe ereditario Mohammed bin Salman aspira a strappare per la compagnia di Stato una valutazione di 2mila miliardi di dollari, sollevando tuttavia dubbi nella maggior parte degli analisti. All’estero, infatti, si è registrato un tiepido interesse da parte degli investitori istituzionali.

mercoledì 16 ottobre 2019

Extinction, a Londra la ribellione continua nonostante Scotland Yard. Greta: “Infrangere le regole se impediscono di manifestare per il clima”. Arrestato George Monbiot.


Il giornalista del Guardian George Monbiot poco prima di farsi arrestare

A Londra la protesta di Extinction Rebellion continua come previsto. Scotland Yard ha sgombrato il campeggio in corso da giorni nella piazza Trafaslgar Square nella notte del 14 ottobre e vietato ogni manifestazione dopo le 21, ma il programma di XR va avanti, con qualche variazione conseguente al cambio di atteggiamento della polizia.

Oggi si è tenuta una nuova assemblea a Trafalgar Square e nella vicina strada si sono fatti arrestare il giornalista del Guardian George Monbiot e il co-leader del Green Party Jonathan Bertley

A  proposito delle decisioni a Londra contro Extinction Rebellion  in un post sui social Greta Thumberg afferma in sostanza che, se le regole vietano di manifestare per il clima, allora le regole vanno infrante, ed ha citato la critica di Amnesty alle decisioni della polizia britannica che mirano a neutralizzare la protesta di Extinction.

 Oggi XR ha preso di mira i principali media con presidi davanti alla sede londinese di Google e alla Robert Murdoch’s New Corp HQ.



Non so valutare l’ importanza di queste notizie, in Italia assai ignorate. E’ opportuno però che circolino. Sono in corso altre crisi internazionali rilevanti, dalla guerra di Erdogan alle proteste per le sentenze contro i leader indipendentisti catalani e penso che anche nel nostro paese il dibattito politico debba andare oltre lo scambio di battute tra Salvini e Renzi, o gli equilibrismi verbali di Zingaretti, Di Maio e Conte.

Di seguito il post di Greta Thumberg e il titolo dell’ articolo di Monbiot sul sito del Guardian

Marco Palombo


17 h ·
Police have banned peaceful, nonviolent Extinction Rebellion protests in London.
Amnesty UK says it is “an unlawful constraint of our rights to #FreedomofExpression and peaceful assembly.”
If standing up against the climate and ecological breakdown and for humanity is against the rules then the rules must be broken.

Today, I aim to get arrested. It is the only real power climate protesters have
By putting our bodies on the line and risking our liberty, we make this great neglected issue impossible to ignore
  • George Monbiot was arrested shortly after 3pm on 16 October 2019


Extinction Rebellion disobbedisce a Scotland Yard- Assemblea, oggi 16 ottobre, a Trafalgar Square


Extinction Rebellion terrà una storica azione di disobbedienza civile di massa.

In seguito alla decisione di vietare le proteste pacifiche a Londra, chiediamo a tutti di riunirsi in Trafalgar Square per difendere le nostre libertà civili.

Organizzeremo un'assemblea popolare di emergenza a Trafalgar Square alle 13.30 per porre la domanda: “come rispondiamo al silenzio del governo sull'emergenza climatica ed ecologica, di fronte al tentativo della polizia metropolitana di mettere a tacere le persone , con un ampio divieto di Londra alla nostra assemblea pacifica? "

L'Assemblea del popolo discuterà di come rispondere al silenzio scioccante del governo sull'emergenza climatica ed ecologica nel discorso della regina di lunedì e sull'importanza di preservare il nostro prezioso diritto democratico di riunirci.

George Monbiot, altre celebrità e politici sono stati invitati a partecipare e proteggere il nostro diritto democratico all'assemblea pacifica.

** A tutti i ribelli viene chiesto di fare un pellegrinaggio a piedi dalle loro case, trasmettendo in diretta il loro ritorno nel cuore della loro ribellione di due settimane. **

La mattina dell'Assemblea, Extinction Rebellion pubblicherà lettere per tutti i 26 dipartimenti governativi chiedendo che producano i loro piani per un'emergenza climatica ed ecologica. Questo segue quasi due settimane di blocchi nei principali dipartimenti governativi.

Dalla pagina Facebook di Extinction rebellion Londra, pubblicato alle ore 10.00 italiane

https://www.facebook.com/events/2371597889823021/

Extinction Rebellion will hold an historic mass civil disobedience action.

Following the decision to ban peaceful protest in London, we are calling on everyone to assemble in Trafalgar Square to defend our civil liberties.

We’ll be holding an Emergency People’s Assembly in Trafalgar Square at 13.30pm to ask the question: “how do we respond to the silence of the Government on Climate & Ecological Emergency, in the face of the attempt by the Metropolitan Police to silence people, with a London wide ban on our peaceful assembly?"

The People’s Assembly will discuss how to respond to the shocking silence of the Government on Climate & Ecological Emergency in the Queen’s Speech on Monday and the importance of preserving our precious democratic right to assemble.

George Monbiot, other celebrities and politicians have been invited to attend and protect our democratic right to peaceful assembly.

**All rebels are being asked to make a walking pilgrimage from their homes, live streaming their return to the heart of their two week rebellion.**

On the morning of the Assembly, Extinction Rebellion will publish letters to all 26 Government Departments demanding they produce their plans for a Climate and Ecological Emergency. This follows almost two weeks of blockades at key Government departments.

venerdì 11 ottobre 2019

Ecologia e pacifismo divisi anche il giorno del probabile Nobel per la Pace a Greta





Scrivo alle 9,30 di venerdì 11 ottobre. Probabilmente in giornata, salvo sorprese dell’ ultim’ora, sarà annunciato il premio Nobel per la Pace a Greta per il suo impegno contro i cambiamenti climatici. Il giornalaio sotto casa ha già messo copie del libro di Greta “  La nostra casa è in fiamme “ ben in vista a chi acquisterà i giornali questa mattina. 
Il manifesto dedica la foto copertina e le pagine 2 e 3 all’ invasione turca in Siria, a pagina 4 ci sono due articoli sulla ribellione internazionale di Extinction Rebellion, mentre il decreto green del governo giallo rosa di Conte viene criticato da un titolo vistoso in prima pagina e spiegato nel dettaglio a pagina 6, completata da un articolo che parla di case popolari verdi richieste dall’ Unione Inquilini.                                                                                                                                                                                                                                                                                         
Nonostante questo anche oggi in strada le lotte per l’ ambiente e le lotte contro le guerre non si incroceranno.

Spero di essere smentito. In ogni caso insisterò sulla necessità di unire le lotte ambientali alle lotte contro le guerre, che guarda caso, in un modo o in un altro vedono la NATO, l’ alleanza difensiva (?!?)  occidentale sempre presente.

M.P.


martedì 8 ottobre 2019

Piazza di Montecitorio, fuori Extinction Rebellion per il flash mob del Movimento5stelle


Nella piazzetta di Montecitorio ieri pomeriggio era previsto l' inizio dello sciopero della fame di alcuni attivisti di Extinction Rebellion nell' ambito della loro ribellione internazionale. Sono arrivato verso le 16, di corsa, portando anche un paio di libri dove Gandhi raccontava i suoi digiuni. Era previsto un microfono aperto e mi sarebbe piaciuto leggere qualche frase del Mahatma, anche se avevo già parlato al dibattito del giorno prima, quando era presente Alex Zanotelli, e temevo di essere troppo invadente.

Nella piazzetta invece Extinction Rebellion non c'era. Sono riuscito a rintracciarli poco dopo in un presidio all' incrocio tra i Fori Imperiali e Piazza Venezia ed ero piuttosto arrabbiato, anche se in parte rasserenato dalla notizia che il cambio di programma non era voluto, ma causato da un divieto della questura di Roma che in un primo momento aveva invece autorizzato il presidio.

Ma questa mattina compro il manifesto, e vedo nella abituale foto copertina del quotidiano un flash mob del Movimento 5 Stelle proprio davanti a Montecitorio dopo l' approvazione del taglio dei parlamentari.

Insomma per non disturbare il flash mob dei 5 stelle non è stata autorizzata la presenza dei digiunanti di Extinction Rebellion.

Per ora chiudo qui, limitandomi a segnalare la cosa, ma spero di non essere l' unico a non accettare questo. In primo luogo gli amici di Extinction Rebellion.

Marco Palombo

lunedì 7 ottobre 2019

Iniziata la Ribellione internazionale di XR, alcune foto



E’ iniziata oggi la ribellione internazionale di Extinction Rebellion.  Le prime piazze si sono riempite in Oceania, e Australia e Nuova Zelanda hanno visto dimostrazioni di centinaia di persone ed alcuni arresti. 

A Londra gli arresti sono stati circa 130 ed è prevedibile che la polizia londinese sarà meno tollerante dell’ aprile scorso quando le persone fermate e denunciate furono circa un migliaio. Ma dopo giorni di dimostrazioni nel centro della metropoli  il Parlamento inglese accettò la richiesta di votare una mozione di denuncia dell’  emergenza climatica. 


In queste ore sono in corso affollati blocchi stradali anche a Berlino e Parigi. Meno tollerante la polizia olandese che ha fermato già nella mattinata alcuni attivisti.




A Roma c’ è stata una manifestazione in Piazza di Montecitorio dove hanno partecipato circa 150 attivisti e molti curiosi. E ‘ intervenuto anche padre Zanotelli  che ha condiviso la scelta di Extinction Rebellion di agire con la disobbedienza civile, il digiuno e la nonviolenza attiva. 



Padre Alex ha avuto parole molto critiche contro le spese militari e il libro bianco sulla Difesa italiana del governo Gentiloni dove è stato scritto esplicitamente che l’ Italia interverrà militarmente ovunque i suoi interessi strategici saranno minacciati.




Domani nella stessa piazzetta di Monte Citorio inizierà il digiuno di alcuni giovani attivisti di XR e nei prossimi giorni sono previste una critical mass in bicicletta, incontri scientifici e altre iniziative ancora in costruzione.
La base romana della ribellione internazionale di Extinction Rebellion è nel centro sociale Brancaleone, in via Levanna 11, e tutte le sere dalle 20,30 alle 23,30 sarà aperto a tutti un bar ribelle dove si converserà  su ogni argomento e sarà “proibito” parlare esclusivamente di Extinction Rebellion.



M.P.

sabato 28 settembre 2019

La quotazione della Saudi Aramco sarà alla Borsa di Tokio ?


Aramco nomina bookrunner la giapponese SMBC per la sua Ipo
by  SEBASTIANO TORRINI
 28 SETTEMBRE 2019

Aramco annuncerà ufficialmente la propria Ipo intorno al 20 ottobre, secondo quanto riferito da Bloomberg.

Saudi Aramco ha designato la giapponese SMBC Nikko Securities come uno dei bookrunner della sua Ipo. Lo ha riferito Reuters sottolineando che si tratta della prima società finanziaria giapponese a avere un ruolo così importante in quella che sarà la quotazione più grande della storia.

LE NOVE BANCHE CHE AIUTERANNO ARAMCO

Aramco ha già assegnato ruoli di spicco per la sua quotazione azionaria a nove delle maggiori banche mondiali. I vincitori della più grande vendita di azioni al mondo che fungeranno da coordinatori globali sono JP Morgan, Morgan Stanley, Bank of America Merrill Lynch, Goldman Sachs, Credit Suisse, Citi, HSBC e la National Commercial Bank e Samba dell’Arabia Saudita, aveva riferito sempre Reuters a inizio mese.

PROBABILE QUOTAZIONE A TOKYO?

La selezione di un bookrunner giapponese, SMBC Nikko Securities, arriva insieme all’indiscrezione secondo cuiil colosso petrolifero saudita potrebbe scegliere Tokyo come sede internazionale dell’Ipo. A fine agosto, il Wall Street Journal aveva riferito che i sauditi stavano guardando a Tokyo, evitando Londra a causa dell’incertezza sulla Brexit e Hong Kong a causa delle proteste.

UN INDIZIO SU TOKYO

Un altro segnale è emerso più recentemente sul fatto che Aramco potrebbe pensare seriamente a Tokyo. L’amministratore delegato del Japan Exchange Group, proprietario della borsa di Tokyo, ha affermato che il gruppo ha contattato Aramco e ha avuto l’impressione che i sauditi stiano procedendo con il piano di quotazione, secondo quanto riferito dal giapponese Jiji Press .

A QUANDO LA QUOTAZIONE

Aramco annuncerà ufficialmente la propria Ipo intorno al 20 ottobre, secondo quanto riferito da Bloomberg.