sabato 25 gennaio 2020

Roma, dal palco contro la guerra- siriano pro ribelli: "..un maledettissimo generale iraniano.."


Non faccio un resoconto esauriente,

vorrei solo che fosse diffusa la registrazione dei primi quattro interventi dell' iniziativa Spegniamo la guerra accendiamo la pace a Roma.

La mia impressione è che le parole siano state soprattutto rivolte a sostenere le opposizioni irachene e iraniane che hanno protestato nelle ultime settimane.e contro gli attuali governi siriano e iraniano.

Ma non voglio essere creduto, vorrei solo che fosse diffusa la registrazione degli interventi che hanno aperto la manifestazione

Il primo intervento è stato di Fabio Alberti a nome di un Ponte per,
il secondo di un dirigente dell' ANPI,

il terzo di una oppositrice al governo iraniano che fino al quel momento aveva disturbato con alcuni amici  un giornalista iraniano, che da anni racconta dalla piazza le manifestazioni per la pace che altri ignorano

Dal palco, senza che nessuno degli organizzatori si dissociasse, l' attivista ha detto che il giornalista era presente per far vedere che gli italiani sono contro gli USA e favorevoli al regime iraniano.

E' intervenuto poi un attivista siriano, che è stato molto assiduo per anni a sostenere in Italia la guerra dei ribelli siriani contro il governo di Assad.

Molto accalorato a sostenere le sue tesi a favore della guerra dei ribelli siriani, ha detto poi che non si deve protestare solo per la morte di

" un maledettissimo generale iraniano."

A questo punto sono sbottato, non credo che si sia capito qualcosa di quello che ho detto, ma quello che volevo dire è quello che ho scritto qui.

"Questi interventi devono essere conosciuti da tutti, non devono rimanere circoscritti a questa piazza.

Devono essere ascoltati dai giornalisti del manifesto che da anni scrivono sulla guerra siriana, Alberto Negri, Tommaso Di Francesco, Michele Giorgio, Chiara Cruciati.


la verità è una sola, non si può dire una cosa in un luogo e altre in situazioni diverse confidando che non vengano diffuse"

Chiudo ripetendo:

vorrei solo che fosse diffusa la registrazione dei primi interventi dell' iniziativa "Spegniamo la guerra accendiamo la pace "


Marco Palombo

venerdì 17 gennaio 2020

Libia, verso Berlino ricordando Palermo. Salamè, incaricato ONU: "Palermo pietra miliare per il futuro dei libici..."


Molte parole in questi giorni sulla Libia, e altre arriveranno prima dell' incontro sul futuro del paese 
che si terrà tra pochi giorni  a Berlino. 

In questo diluvio di dichiarazioni ed analisi è utile e soprattutto istruttivo ricordare anche la Conferenza che si tenne a Palermo nel novembre 2018.

Apro con le dichiarazioni dell’ incaricato ONU per la crisi libica Ghassan Salamè:

Pietra miliare


«Palermo sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto l'inviato dell'Onu.


Questa previsione dell’ incaricato ONU Salamè dopo la Conferenza di Palermo del novembre 2018, oggi sembrerebbe quasi divertente se non fosse relativa ad una guerra.

 Ma non è l’ unico particolare della Conferenza di Palermo che è utile ricordare.
La Turchia lasciò in anticipo il vertice siciliano perché non invitata ad un incontro ristretto informale, ed oggi è la protagonista indiscussa della scena diplomatica,
ed Haftar, secondo interpretazioni delle sue battute, avrebbe accettato a Palermo la presenza di Serraj presidente fino alle elezioni che si sarebbero dovute tenere nel 2019.
Ma ad aprile maggio 2019 il generale ha attaccato Tripoli, dopo aver conquistato il sud del paese.
Comunque è interessante leggere tutta la sintetica cronaca del vertice di Palermo del 2018.

Marco

Presenze a metà
Un appuntamento accompagnato dalle polemiche per le assenze eccellenti (mancavano TrumpPutin la Merkel) e le presenze a metà: con la Turchia che si è ritirata in polemica per non essere stata coinvolta nella riunione informale del mattino e il principale giocatore della partita, il maresciallo Haftar, uomo forte della Cirenaica a capo del sedicente Esercito nazionale libico, che si è presentato, sì, ma ha lasciato il vertice, disertando la plenaria. E poco importa se la ritirata era stata ampiamente annunciata: «La mia presenza è limitata agli incontri con i ministri dell’Europa» ma non gli esponenti delle altre delegazioni, con cui «non ho nulla a che fare», aveva appena detto in un’intervista a una tv araba. La sua assenza al tavolo dei lavori ha lasciato il segno. 


Arrivato al Grand Hotel Villa Igiea di Roma, sede del summit, il generale Haftar ha incontrato il premier italiano e si è fatto immortalare in una foto in cui stringe la mano del presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj. Al termine dell'incontro con al Sarraj e il premier italiano, Haftar ha detto: «Non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume», una metafora intesa dai presenti come un «viatico» per Sarraj, il cui posto non verrebbe messo in discussione fino alle elezioni. Oltre al generale Khalifa Haftar, anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi non ha partecipato alla plenaria ma solo al «mini-summit» che l'ha preceduta.


Per elezioni stanziati 1,5 milioni


Nella sessione plenaria Conte ha auspicato che le elezioni si svolgano a primavera del 2019, «nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali». In merito alla dimensione della sicurezza, ha poi aggiunto: «Riteniamo fondamentale cogliere questa occasione per sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati». Nella conferenza stampa che ha chiuso l'incontro, Conte ha poi precisato che l'Italia «non intende rivendicare alcuna leadership sul piano economico, politico o altro», ma che è disponibile a valutare tutte le forme di aiuto e cooperazione». E ha annunciato che per le prossime elezioni «abbiamo stanziato 1,5 milioni di euro».
Pietra miliare


«Palermo sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto l'inviato dell'Onu.


I protagonisti del dialogo


Le stesse fonti ritengono ci sia una «buona possibilità» che la Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu per le elezioni, si possa svolgere a gennaio. Conte ha twittato: «L'Italia riunisce i protagonisti del dialogo».