mercoledì 27 marzo 2019

Anche noi pacifisti abbiamo rimosso il problema Libia


E' di un ' ora fa la notizia data dal Viminale che un gruppo di migranti ha dirottato un mercantile che li stava riportando in Libia.

Dirottare con la forza una nave che ti ha soccorso è un atto di pirateria,

ma si può condannare chi reagisce perché viene riportato in un paese che non rispetta i diritti umani per gli stranieri che transitano dal suo territorio, rischiando violenze e torture ?

Il problema è che l' Italia con il governo Pd e con il governo M5S-Lega ha invece fatto accordi con la Libia e considera lo stato libico, nella sostanza inesistente, un interlocutore affidabile. Ma nei campi profughi in Libia gli stranieri talvolta subiscono trattamenti disumani e torture.

Però anche tutti noi, che ci consideriamo pacifisti, abbiamo rimosso il problema Libia, dove l' Eni prosegue i suoi affari, dove l' Italia ha bombardato senza che ci fosse un' opposizione visibile nel paese, e nei nostri ambienti c'è chi continua ad essere indulgente con il M5S ed ostile ai migranti.

Così la disastrosa guerra libica del 2011 non viene messa sul banco degli imputati come meriterebbe e come oggi nel 2019 sarebbe facile collocare.

Marco Palombo

venerdì 22 marzo 2019

La domanda di petrolio nei paesi OCSE ha raggiunto il suo picco massimo nel 2007. La domanda globale vedrà presto un calo nei trasporti e reggerà solo per il petrolchimico.


Dopo lo sciopero globale per il clima del 15 marzo e prima della manifestazione nazionale, contro le grandi opere inutili e per il clima, che si terrà a Roma sabato 23 marzo,

segnalo un dato certo e tre previsioni che possono meglio orientare tutti coloro che in queste settimane, e soprattutto nelle prossime, si mobiliteranno contro il cambiamento climatico.

Si tratta di tendenze di fondo che quasi tutti gli osservatori danno per scontate, ma che non sono affatto banali e provocheranno un grande mutamento nel settore energetico a tutti i livelli.

Come è noto il principale nemico del clima è il consumo di energia di fonte fossile, in primo luogo di petrolio.

IL DATO CERTO è che nei paesi OCSE la domanda di petrolio non ha più raggiunto il livello che aveva nel 2007, prima della crisi finanziaria.
I paesi OCSE sono quasi tutti i paesi paesi industrializzati. USA, UE, Canada, Australia, Giappone, Corea, e un' altra ventina di paesi.

Inoltre nel complesso i dati che vi segnalo indicano chiaramente che

Grafico 1) è vicino il momento in cui inizieranno complessivamente a diminuire i consumi petroliferi, perché stanno già calando nei paesi OCSE e presto il calo dei paesi OCSE sarà superiore all' incremento dei paesi non OCSE

Grafico 2)
a) la domanda di greggio nel settore trasporti inizierà presto, entro 15 anni, a calare a livello mondiale, ed è il principale settore dei consumi di greggio. Questo avverrà solo seguendo le tendenze attuali, senza impegni supplementari per accelerare il cambiamento. Il calo sarà dovuto all' incremento dei veicoli alimentati dall' energia elettrica.

b) Un calo netto del consumo petrolifero nei prossimi decenni potrà essere evitato solo dall' aumento del settore petrolchimico, cioè dalla fabbricazione e uso di plastica ed altri prodotti.

Il primo grafico a destra mostra l' andamento della domanda di petrolio nei paesi OCSE e nei paesi non OCSE. Nei paesi OCSE il picco massimo è stato raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria. negli anni successivi la domanda si è sempre tenuta lontana dalla domanda del 2007, e entro pochissimi anni, il calo sarà strutturale e progressivo.

In salita invece la domanda dei paesi non OCSE, trainati soprattutto dalla Cina e dall' India che avranno almeno l' 80% dell' incremento complessivo.
Ma la domanda globale dovrebbe iniziare a calare attorno al 2040.

Molto prima inizierà invece il calo della domanda nel settore trasporti, che nei prossimi anni sarà in sostanza stagnante, per poi iniziare a decrescere lentamente, pur essendo previsto un incremento del numero di autoveicoli.

Il calo complessivo della domanda di petrolio sarà attenuato, nelle previsioni, dall' incremento del settore petrolchimico. ma è un consumo che potrebbe essere contrastato in vari modi.

Questi dati sono stati ripresi dal sito Qualenergia, un articolo del 2017. Fanno riferimento ad uno studio della agenzia di consulenza Wood Mackenzie.

Ma i diciotto mesi che sono trascorsi dallo studio hanno confermato le previsioni.

M.P.

lunedì 18 marzo 2019

Sauditi e Scala: la solita polemica politica o imbarazzante irregolarità ?




La vicenda

L’ Arabia saudita sarebbe stata interessata ad entrare tra i fondatori permanenti del Teatro la Scala di Milano. I fondatori della Scala sono: le istituzioni pubbliche, la Camera di Commercio di Milano e nove società private: tre banche lombarde, Eni, Enel, Pirelli, Mapei, Fininvest, Generali.

La presenza tra i fondatori da diritto a un posto nel Consiglio di Amministrazione del Teatro.

I contatti avvengono direttamente tra il Sovrintendente della Scala Pereira e il principe Badr, ministro della cultura dell’ Arabia saudita, presente alla prima della Scala il 7 dicembre 2018. Pereira afferma di aver informato i membri del CdA della richiesta saudita.

De Scalzi, presidente dell’ Eni, avrebbe suggerito di fare entrare tra i fondatori la Saudi Aramco, l’ impresa petrolifera statale. Qualcuno avrebbe preferito un soggetto istituzionale, quindi il ministero della cultura saudita.
Il candidato alla presenza nel CdA sembra comunque essere sempre il principe Sadr.

Appena uscite le prime polemiche il principe Sadr, avrebbe versato dal suo conto personale tre milioni di euro come garanzia. Il Presidente della regione Lombardia Fontana ha un colloquio con il Sovrintendente l’ 8 marzo e apprende che sarebbe già stato versato un acconto. Fontana afferma che un fatto del genere giustificherebbe il licenziamento del Sovrintendente.

Della cosa discute il CdA della Scala che si riunisce lunedì 18 marzo e alla fine il sindaco Sala dichiara che per il momento non se ne fa di nulla e saranno restituiti i soldi ai sauditi, anche se non c’è alcun pregiudizio politico nei confronti dell’ Arabia saudita. Il versamento dell’ acconto però non avrebbe rispettato le regole formali delle donazioni.

Domande

Non è che il principe saudita Sadr aveva solo l’ ambizione personale a partecipare al CdA della Scala ed ha cercato l’ aiuto diretto di Pereira per soddisfare questa sua ambizione ?

Non è che si vuole chiudere la vicenda facendola passare per la solita polemica politica, per coprire invece un’ imbarazzante irregolarità della procedura, imbarazzante per la Scala e il suo Sovrintendente, ma imbarazzante anche per l’ immagine dell’ Arabia Saudita nel nostro paese ?

M.P.