venerdì 26 febbraio 2016

Stanate Isis in Turchia, non in Libia !! di Rete No War


Questo era uno dei cartelli esposti al presidio di ieri contro la Turchia e l' Arabia saudita che si è tenuto ad almeno 200 metri dall' ambasciata turca per motivi di sicurezza.

mercoledì 24 febbraio 2016

Contro le guerre, insieme


E' necessario e urgente aprire un dibattito.

Le guerre attuali, soprattutto in M.O. E in Africa, sono devastanti. I conflitti armati in arrivo,è ufficialmente già iniziato il nuovo dell'occidente contro i libici, avranno dimensioni imprevedibili.

Qualcuno tenta di ri/unire un' opposizione alla guerre. Su internet circola un appello di Padre Zanotelli per una grande assemblea nazionale, alcune reti hanno lanciato per il 12 marzo una giornata contro la guerra, si sta strutturando una ambiziosa campagna No Nato.

Dobbiamo rimettere insieme ambienti diversi, più di una generazione nuova a questo impegno e maturi attivisti, è necessario che comunichino tra loro persone che parlano linguaggi, e lingue, diversi. Dobbiamo fare questo senza che nessuno rinunci al proprio modo di leggere e vivere il mondo, è necessario però sapere che la nostra non è l' unica scelta possibile.

Ma tutte le nostre vite, diverse tra loro, saranno peggiori se non invertiamo la tendenza alla guerra in crescita esponenziale da qualche anno. La spesa militare USA in Europa è stata moltiplicata per quattro e l' impegno ecomico per le armi aumenta a scapito della spesa sociale, della sanità, dell' istruzione.

Possiamo provare, insieme, a cambiare la direzione catastrofica imboccata dal nostro pianeta ?


Marco Palombo

martedì 16 febbraio 2016

La propaganda per dare a Siria/Russia la responsabilità del fallimento della tregua concordata



Ho fatto un piccolo e sintetico elenco dei temi più spinosi della guerra siriana, una guerra che arriverà ad una svolta obbligata nei prossimi giorni con il fallimento o l' inizio, oggi improbabile, della tregua concordata a Monaco.

1)Accordo. Giovedì è stato trovato un fragilissimo accordo tra USA, Russia, ONU, alcuni paesi dell' occidente e i paesi della regione mediorientale. L'accordo prevede - Corridoi umanitari subito - Un cessate il fuoco entro sette giorni, con l'esclusione delle azioni militari contro Daesh, Al Nusra e altri gruppi terroristi.

2)Responsabilità del fallimento. Oggi questa tregua che dovrebbe arrivare tra pochissimi giorni sembra addirittura impossibile. Lo scontro sul campo e mediatico, al momento, sembra finalizzato solo ad assegnare all' avversario la responsabilità del fallimento.

3)Le mediazioni precedenti dell' ONU. I tentativi di mediazione e di tregua proposti dall' ONU negli anni passati si sono sempre fermati su due punti.a) I tentativi di tregua, perchè i gruppi terroristi mai hanno accettato il cessate il fuoco. Oggi il mondo sa che sul campo siriano ci sono anche i terroristi, fino al giugno 2014 i terroristi c'erano ma il mondo non lo sapeva e i fallimenti delle tregue rimanevano avvolti nella nebbia. b)Altro nodo irrisolto è sempre stato “Assad”.
4)Nodo Assad. In realtà l'oggetto del contendere tra Russia/Iran e ribelli/paesi del Golfo/Turchia non è la continuazione della “dittatura” di Assad, ma il modo nel quale si deciderà il futuro della Siria. Se possa esserci una transizione, decisa dai voti dei siriani, alla quale può partecipare Assad con i suoi sostenitori o se debba esserci un “ cambio di regime” prima del voto dei siriani e deciso da molti attori stranieri. Russia e Iran hanno sempre parlato di libere elezioni in una Siria futura.

5)Crimini di guerra. Secondo il diritto internazionale, i bombardamenti non devono mettere in pericolo la vita dei civili, quindi uccidere civili nel corso di bombardamenti per colpire combattenti nemici è un crimine di guerra, se avviene in modo che la morte di civili sia ritenuta probabile. Da molti viene ritenuto un crimine di guerra anche l' embargo dell' Unione europea alla Siria, perchè le sanzioni economiche in tempo di guerra non sarebbero permesse dal diritto, aggiungendo una sofferenza ad una situazione già disastrosa e terribile.
E' da considerare anche che sin dal 2012 la guerra dell' esercito siriano è contro gruppi terroristi che hanno sempre operato senza alcun rispetto delle consuetudini belliche: uccidendo i prigionieri, uccidendo civili, compiendo rapimenti, compiendo attentati terroristici tra la gente. La Francia, per alcune azioni terroriste dell' Isis nel suo territorio, ha sospeso molte garanzie costituzionali, provocando anche le dimissioni di una ministra che non condivideva queste scelte. La Siria si trova da 5 anni sotto un attacco di forze terroriste consistenti, con l'Occidente impegnato a metterla in ginocchio economicamente. Possiamo dire, senza temere smentite, che la Siria, lo Stato siriano, ha subito molti più crimini di quanti possa averne commessi.

6)Campo diplomatico. Gli opinionisti affermano concordi che la Siria e la Russia sono favoriti sul terreno diplomatico. In una intervista al Corriere della Sera, papa Francesco ha dichiarato che c'è una convergenza parziale tra Santa Sede e Russia, anche se la Russia ha i suoi interessi e che l' Occidente dovrebbe fare autocritica su primavere arabe, Libia ed Iraq. Insomma è più interessato a far saltare i negoziati il fronte anti Assad che il governo siriano con i suoi alleati.

7)Ma chi combatte contro il governo siriano ? Repubblica descrivendo le forze impegnate ad Aleppo indicava come “Ribelli”: Free Syrian Army, e accanto a questa sigla riconosciuta dall' Occidente come alleata, Fronte Al Nusra, affiliato ad Al Qaeda, “volontari francesi, turchi e ceceni”, che non sono operatori umanitari ma jihadisti stranieri che combattono in Siria, i salafiti del Ahrar al-Sham e Ghuraba al Sham, probabilmente un altro gruppo islamista.

8)L' intervento in Siria di truppe di terra dell' Arabia saudita e Turchia. Repubblica di lunedì definiva l' Isis “il grimaldello” usato da due paesi, alleati dell' Italia, per perseguire in Siria i loro interessi contro il governo di Assad, il nemico sciita in generale e i curdi.

9)I ricatti all'Occidente di Turchia e Arabia s. La Turchia ricatta l' Europa minacciando di lasciare le sue frontiere aperte per milioni di migranti che vogliono entrare in europa. L'Arabia saudita, non riducendo le quote Opec di produzione petrolifera, tiene molto basso il prezzo del petrolio e manda in crisi tutta l' economia mondiale.

10)Emergenza migranti. L' Europa ha bisogno della pace in Siria per arginare l' emergenza migranti che rischia di far saltare l' Ue. Su un milione di migranti arrivati in Europa nel 2015, 500 mila sono siriani. Se il conflitto dovesse continuare, e oggi sembra che tutti diano per scontato che si allarghi ulteriormente, la situazione dei migranti in arrivo in Europa peggiorerebbe in modo ingovernabile. Nessun intervento alle frontiere riuscirebbe ad arginarla. Gli europei, invece di accusarsi reciprocamente di buonismo o razzismo, dovrebbero leggere i dati e capirebbero subito che senza la riduzione dei conflitti armati si andrà verso l' incremento dell' emergenza. E' matematico.

Questo mio scritto è uno scarno elenco dei temi principali attorno ai quali si svolge la tragedia siriana, ogni singolo punto andrebbe approfondito e spiegato meglio. Credo però che sia importante anche mettere insieme le diverse questioni e non affrontare ogni tema come se fosse un sistema chiuso.

Marco Palombo


sabato 13 febbraio 2016

Siria,dopo l'accordo,la propaganda.Per preparare cosa?




Dopo il fragile accordo di giovedì sera a Monaco, sulla guerra siriana si è abbattuto un bombardamento pesante di dichiarazioni propagandistiche. Per preparare cosa ? Davvero è probabile un  intervento dell' Arabia saudita e la Turchia ?

Ma andiamo con ordine.
L' accordo prevede, corridoi umanitari subito e l' inizio di una tregua tra sette giorni, che non fermerà però i combattimenti russi e della Coalizione contro l' Isis e Al Nusra, il gruppo antiAssad affiliato ad Al Qaeda.

Ma subito dopo l'intesa si è scatenata una guerra di propaganda dalle dimensioni inconsuete, che sembra preparare, come è stato detto esplicitamente come minaccia o perché probabile, una possibile svolta con invasione della Siria da parte di truppe dell' Arabia saudita e della Turchia.

Così a Monaco il primo ministro francese Valls, in assenza del ministro degli esteri dimissionario Fabius, ha preannunciato prossimi grandi attentati in Europa da parte dell'Isis, la Merkel,  in conferenza stampa con Erdogan, già nei giorni scorsi aveva denunciato i bombardamenti russi contro i civili e per finire, poche ore fa, Kerry ha affermato che se Assad non rispetterà la tregua, cioè i patti, l' Arabia saudita e la Turchia potrebbero inviare in Siria truppe di terra. Truppe che da giorni sono date in procinto di entrare nel territorio siriano ma, finora si assicurava, per combattere l' Isis.

Intanto in Italia la Bonino ha rispolverato la denuncia "Cesar", foto di presunte torture, pagata dal ricco Qatar, una mostra che sarebbe stata rifiutata dalla camera dei Deputati e l' esponente radicale ed atlantica ha avuto, giovedì, l' ospitalità del Corriere della Sera,e, venerdì, del Fatto Quotidiano che oggi, sabato, ha pubblicato anche alcune foto di questa denuncia, uscita, vedi la combinazione,nel gennaio 2014 lo stesso giorno dell' inizio della Conferenza di pace di Ginevra.

Al fuoco della propaganda, preparatoria di guerre ancora più devastanti, dobbiamo opporre la nostra resistenza di controinformazione, nelle dimensioni che riusciremo a costruire. Perchè la nostra resistenza sia la più efficace possibile, dobbiamo dire tutta la verità che conosciamo ed evitare, o ridurre, le opinioni personali e le ipotesi complottiste e non dimostrate.

Marco Palombo

venerdì 12 febbraio 2016

Siria,a Monaco trovato un accordo per tregua e aiuti umanitari



Nel vertice allargato che si è tenuto ieri a Monaco è stato raggiunto un accordo sulla guerra siriana. A tarda sera una conferenza stampa congiunta di Kerry, Lavrov e del mediatore ONU De Mistura ha spiegato i termini di questa intesa dove i punti fondamentali sono due:

- Un cessate il fuoco entro una settimana

- Apertura immediata di corridoi umanitari per le zone, soprattutto urbane, assediate.

Nella tregua, continueranno le azioni militari contro le milizie integraliste dell' Isis e del fronte Al Nusra.

Vedremo ora come sarà messo in pratica il piano. Nelle occasioni precedenti, i tentativi di tregua avevano generalmente retto inizialmente per poi saltare ad opera delle forze estremiste anti Assad. Questa volta l' accordo distingue tra i gruppi terroristi, con i quali continua il conflitto armato, e le fazioni antigovernative appoggiate e in contatto con i paesi occidentali e del Golfo.

Kerry e Lavrov hanno detto che questo è un passo indispensabile per continuare a discutere di una soluzione politica per la guerra in Siria, una soluzione che secondo Kerry dovrebbe decidere anche il ruolo di Assad mentre secondo il diplomatico russo dovrebbe portare i siriani a decidere autonomamente del loro destino.

E' scontato che molti proveranno a far saltare subito questa piccola intesa trovata a Monaco, l' opinione pubblica dei paesi occidentali può aiutare la strada del negoziato seguendolo con attenzione e cercando di capire le vere posizioni di ogni attore del conflitto, che sia siriano o no.

M.P.


lunedì 8 febbraio 2016

Papa Francesco: Occidente deve fare autocritica sulle Primavere arabe



Sulle primavere arabe l'Occidente deve fare autocritica -

Il Papa si è poi soffermato sulla situazione Medio Orientale. Bisogna pensare "alla Libia prima e dopo l`intervento militare: prima di Gheddafi ce n'era uno solo, ora ce ne sono cinquanta. L`Occidente deve fare autocritica", dice Papa Francesco. "Sulle primavere arabe e l`Iraq - sostiene Bergoglio - si poteva immaginare prima quello che poteva succedere. E in parte c`è stata una convergenza di analisi tra la Santa Sede e la Russia. In parte, è bene che non esageriamo perché la Russia ha i suoi interessi".

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/il-papa-elogia-napolitano-e-la-bonino-sono-tra-i-grandi-dell-italia-di-oggi-_2159176-201602a.shtml

Il testo originale del paragrafo relativo alle guerre in Medio Oriente dell' intervista del Papa a Massimo Franco sul Corriere della sera di Luned' 8 febbraio 2016.

L’Occidente deve fare autocritica sulle primavere arabe».

Non perdere nessuna occasione per costruire ponti e evitare qualunque tipo di guerra è un punto fermo, per il Pontefice. L’intervento militare dell’Occidente in Nord Africa e le cosiddette «primavere arabe» sono stati un azzardo che ora si paga a caro prezzo. «Sulle primavere arabe e l’Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere. E in parte c’è stata una convergenza di analisi tra la Santa Sede e la Russia. In parte, è bene che non esageriamo perché la Russia ha i suoi interessi». Ma il Papa invita sempre a pensare «alla Libia prima e dopo l’intervento militare: prima di Gheddafi ce n’era uno solo, ora ce ne sono cinquanta. L’Occidente deve fare autocritica». Non si può non pensare con una punta di apprensione a quanto può accadere se Usa e Europa riterranno di dovere attaccare di nuovo il territorio libico, lacerato tra tribalismo e terrorismo islamico. Sa bene che quanto accade al di là del Mare Mediterraneo è una tragedia. 

mercoledì 3 febbraio 2016

"Avete creato voi Daesh"-Stefania,Marinella e il loro esperimento con la verità



Un grazie di cuore a Stefania e Marinella per quello che hanno fatto ieri alla Farnesina. 

Non sono d' accordo sul fallimento dell' azione. 
Anche se non è stato raggiunto lo scopo che si erano date, 
mostrare cartelli e, ovviamente, fare circolare le loro foto in più media possibile, 
ritengo utilissima la loro azione per l' opposizione alle guerre,presenti e del prossimo futuro, e spero che non provochi troppi danni a loro due, 

In allegato un manifesto sequestrato a Stefania e Marinella, foto pubblicata da Repubblica.

Gandhi definiva la sua vita come un impegno a fare esperimenti con la verità, per verificare che la nonviolenza potesse essere un arma, oltre che giusta, anche vincente.

Anche la sua autobiografia, pubblicata a puntate su un giornale da lui diretto, aveva come titolo "The story of my experiments with truth"Storia dei miei esperimenti con la verità."Tradotta in Italiano con il titolo generico "La mia vita per la libertà".

Così dell' azione di Stefania e Marinella è rimasta traccia solo della frase "Avete creato voi Daesh", frase verissima perché senza i soldi, le armi e le complicità di USA, Arabia saudita , Turchia e altri, l' Isis mai avrebbe raggiunto la forza attuale.

Dell' azione di Stefania e Marinella rimangono anche molte falsità che andrebbero denunciate in tutti i modi, anche legali, 

"Free lance si scaglia contro Kerry""Un velo nero in testa""A capo coperto"

a dimostrazione di come gli stereotipi creati dai media deformino anche una azione che si è svolta in una sala davanti a fotografi e telecamere,

figuriamoci come deformano tutta la questione della violenza integralista in Medio Oriente e nel mondo intero.

Ma la verità detta da Marinella e Stefania e quello che avevano scritto sui cartelliin alcune nicchie  è passata e
 potrebbe passare in modo più massiccio tra la gente italiana e del mondo, 
se la portassimo avanti tutti, iniziando da noi, almeno alcune decine di attivisti,

con decisione, 
con visibilità, cioè in strada non sul web,
 con continuità,

e in vari modi, 

con striscioni, scritte sui muri, cartelli, parole.

Prendiamo quindi la giornata di ieri come un esperimento con la verità che Stefania e Marinella hanno proposto a noi tutti di condividere,

e alla prossima occasione diamo un contributo maggiore, nel modo che riteniamo più opportuno,

ma diamo anche noi il nostro contributo per la verità.
e proviamo, sperimentiamo il modo, di mettere in pratica le nostre convinzioni,
perché questa è la lezione di Gandhi più rivoluzionaria,

mentre singole sue prese di posizione possono essere non condivise ed anch' io non ne condivido alcune.

Marco Palombo

lunedì 1 febbraio 2016

Roma,Coalizione antiIsis- Le scarpe in faccia che ci vorrebbero !



EditorialeLe scarpe in faccia che ci vorrebbero!
di Giovanni Sarubbi
Muntazar al-Zaydi, chi è costui? È un giornalista iracheno, sciita, nato nel 1979. Ha lavorato dal 2005 per la tv araba al-Bagdadiyya del Cairo. Ha una laurea in scienza della comunicazione presa nell'università di Bagdad. È divenuto famoso perché il 14 dicembre del 2008 a Baghdad, tirò le sue scarpe in faccia all'allora presidente americano George Bush durante una conferenza stampa che egli teneva insieme al primo ministro iracheno Nuri al-Maliki (Vedi filmato). Fu un gesto che fece scalpore. In Iraq c'era la guerra dal 2003. I morti si contavano già allora a milioni. Le immagini di quella scena fecero, in pochi minuti, il giro del mondo. Milioni di persone nel mondo, me compreso, si immedesimarono con quel giornalista e si rammaricarono per il fatto che egli, per due volte, mancò, per pochi centimetri, il bersaglio. Quel gesto costò al giornalista una dura condanna e, soprattutto, pesanti torture durante tutto il periodo della sua detenzione che terminò il 15 settembre del 2009.
Lanciando quelle scarpe Muntazar al-Zaydi chiamò “cane” il presidente Bush e disse due frasi. Sulla prima scarpa gridò: «Questo è un bacio d'addio da parte del popolo iracheno, cane!». Sulla seconda scarpa gridò: «Questo è per le vedove, gli orfani e tutti quelli che sono stati uccisi in Iraq!». Due “dediche” che non hanno bisogno di grandi spiegazioni e che rappresentano bene l'indignazione che la guerra suscita in ogni essere umano che non abbia perso la sua umanità.
Mi è ritornato alla mente quell'episodio, che fa parte a pieno titolo della “terza guerra mondiale a pezzi” che stiamo vivendo dall'11 settembre del 2001, perché il prossimo martedì 2 febbraio a Roma si terrà una conferenza stampa di quello che una volta si chiamavano gli “amici della Siria” e che ora hanno cambiato nome in “small group”. Si tratta di 24 paesi fra cui Arabia saudita, Iraq, Emirati, Francia, Kuwait, Qatar, Regno Unito, Turchia, Usa, Italia.... «Insomma – scrive Marinella Correggia - proprio quei soggetti, diciamo Nato/Golfo (più i satelliti), che individualmente o in forma aggregata sono stati determinanti nel far esplodere l’atroce fenomeno autodefinentesi Stato islamico o Califfato, in sigla Isis o Is o Isil». (Vedi link)
La Conferenza stampa sarà tenuta dai due ministri degli esteri di Italia, Paolo Gentiloni, e degli USA, Jhon Kerry che copresiederanno l'incontro.
La conferenza stampa è “blindata” non solo dal punto di vista della sicurezza e degli uomini e dei mezzi posti a difesa della Farnesina, sede del ministero degli esteri Italiano, ma anche perché i giornalisti faranno in sostanza da comparsa, serviranno a rendere “democratico” ciò che non lo è affatto. Nessuno potrà fare domande. Sono previste solo due domande fatte da due grandi giornali già individuati.
Lor signori, quelli che insieme agli USA ritengono di essere i padroni del mondo, ci faranno sapere che cosa le loro graziose maestà imperiali hanno deciso in merito al conflitto in Siria che va avanti dal 2011. Il tema dell'incontro è stato definito come «Riunione ministeriale della Coalizione Globale anti-Daesh/ISIL». Ce ne sarebbero di domande da porre ma nessuno potrà farlo. Le due domande previste saranno molto probabilmente già state concordate. Saranno domande banali e ci saranno risposte banali. Il tutto finalizzato alla guerra. Aria fritta. Nessuna difficoltà avranno Gentiloni e Kerry a rispondere. Copione già scritto, ma non ci sarà nulla da ridere. Sarà una sceneggiata di cui i giornalisti saranno comparse.
Non sapremo mai che cosa i paesi presenti si diranno effettivamente, sia perché in queste conferenze stampa non si racconta mai la verità, sia perché non ci sarà alcun giornalista che potrà porre neppure una delle domande che sarebbe lecito porre a lor signori. Neppure la più banale che può essere questa: «ci spiegate come facevate a chiamarvi amici della Siria se poi avete scatenato una guerra che ha già fatto milioni di profughi e alcune centinaia di migliaia di morti? Cosa è l'amicizia per voi? I vostri amici li pigliate a bombe in faccia?».
Non ci saranno domande scomode da parte di alcuno, né ci saranno giornalisti che tireranno le loro scarpe in faccia ai due ministri che compariranno davanti ad una platea di giornalisti usati come comparse scendiletto della loro sceneggiata. Nessuno tirerà scarpe in faccia né fisicamente né tanto meno metaforicamente. Nessuno darà del “cane” a Gentiloni o a Kerry, nessuno chiederà loro conto dei vari milioni di morti che la politica di guerra degli USA ha prodotto nel mondo dall'11 settembre 2001 con le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libano, a Gaza, in Libia, in Siria, in Mali, in Ucraina e nel Dobass e per ultimo in Yemen. Nessuno chiederà conto dei profughi, delle centinaia di migliaia di morti, soprattutto bambini, uccisi dalle bombe o affogati nel Mediterraneo. Nessuno chiederà loro conto delle vendite di armamenti ai regimi del Golfo Persico o altri regimi dittatoriali e di come queste armi siano poi finite nelle mani dei cosiddetti terroristi, e di come l'esercito di questi terroristi si sia potuto rafforzare con i cosiddetti Foreing Fighters provenienti dall'Europa o dagli stessi USA, attraversando tutte le frontiere dei paesi Nato senza alcun ostacolo. L'espressione Foreing Fighters di solito viene tradotta con “combattenti stranieri” ma, più opportunamente, bisognerebbe chiamarli “soldati di ventura”, mercenari che si vendono al miglior offerente. Si tratta cioè di persone (e come è difficile usare questo termine associato a chi fa il mestiere delle armi) che sono guidati solo dalla voglia di uccidere e che hanno come unico dio solo il denaro. Nulla a che vedere con una qualsiasi religione, quale l'islam o il cristianesimo o quant'altro esiste nel panorama religioso mondiale.
Nessun giornalista italiano potrà chiedere conto delle migliaia di bombe costruite in Sardegna e da li partite, proprio nelle ultime settimane, alla volta dell'Arabia Saudita per il bombardamento dello Yemen, dove sono stati colpiti anche gli ospedali di Medici senza Frontiere. Nessuno chiederà conto degli affari che stanno dietro la guerra in corso e di come questi affari, leggasi petrolio, hanno nulla a che vedere con gli interessi dei popoli o con le loro legittime aspirazioni alla democrazia e alla libertà. Nessuno potrà porre domande sulla violazione, oramai costante, dello statuto dell'ONU che da organismo per salvaguardare la pace nel mondo si è trasformato in notaio delle guerre.
I “giornalisti” presenti non avranno la possibilità di proferire parola. “Scendiletto e servi site stati finora e dovete continuare ad esserlo”, questo in sostanza diranno Gentiloni e Kerry a chi il 2 febbraio sarà presente a Roma al ministero degli esteri.
Il 2 febbraio a Roma non ci sarà nessun lanciatore di scarpe, ne siamo certi. Ne ci saranno giornalisti o giornali mainstream che il giorno dopo si permetteranno di lanciare scarpe metaforiche contro un potere, quello Statunitense e di quei paesi suoi lacchè, che si sta comportando come ed anche peggio di quello che hanno fatto in Europa i nazisti e i fascisti negli anni '30 del secolo scorso.
Avremmo bisogno di lanciatori di scarpe, Dio solo sa quanto ne avremmo bisogno. Avremmo bisogno di giornalisti che ogni giorno facessero le pulci alle notizie false, che provengono dagli stati maggiori impegnati nella guerra, e ricercassero la verità e aiutassero la gente a prendere coscienza. Avremmo bisogno che ogni giorno ci fossero giornalisti che coprissero di disprezzo gli esponenti politici di governo o di opposizione che hanno venduto la loro anima ai mercanti di armi e che hanno sulla loro coscienza, ammesso che ne abbiano mai avuta una, i milioni di morti che da troppi secoli e da troppi decenni stanno insanguinando la nostra storia.
Io invidio quanti riescono a dire il loro sdegno per la guerra con parole meno crude di quelle che io, rozzo ed incolto apprendista giornalista, riesco a dire. Li invidio sinceramente. Ma c'è il momento nel quale si devono tirare scarpe in faccia, anche se solo metaforicamente, a chi fa della prepotenza, della violenza, della guerra il suo tratto sistematico di cui pagano le conseguenze milioni di esseri umani innocenti. E quel momento è ora! La conferenza di martedì 2 febbraio sarà, infatti, un momento di svolta della "terza guerra mondiale a pezzi" e a pagarne le conseguenze non saranno i cosiddetti "terroristi" ma milioni di persone innocenti, soprattutto bambini.
Ai giornalisti seri non resta da far altro che disertare le conferenze stampa come quelle di martedì prossimo o, se si decide di partecipare, fare come Muntazar al-Zaydi, anche se solo metaforicamente, limitandosi ad innalzare un cartello, che forse sarebbe più plateale se lo facessero tutti i presenti, con la foto di un grosso scarpone chiodato e la dicitura “vi meritate solo scarpe in faccia perché siete delle merde assassine”. Se ci dovesse essere poi qualcuno che voglia fare proprio come ha fatto Muntazar al-Zaydi, per piacere per lo meno si alleni prima a centrare il bersaglio.
Noi, nel nostro piccolissimo, per ora la nostra scarpa in faccia, metaforica, l'abbiamo scagliata. E tu che leggi cosa aspetti a farlo anche tu?
Giovanni Sarubbi



Domenica 31 Gennaio,2016 Ore: 11:46