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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Roma, una settimana intensa sull'UE, le guerre in secondo piano. Ma siamo in tempo a metterle al centro, se lo vogliamo.

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No all'euro, No all'Unione Europea, no alla Nato Questo è lo slogan e programma della piattaforma sociale Eurostop che organizza una delle quattro manifestazioni del 25 marzo a Roma, quella che secondo i media dovrebbe essere la più partecipata. Ma nelle precedenti iniziative della piattaforma era presente solo qualche cartello contro la guerra, credo uno ogni mille partecipanti. Manca una settimana alla giornata imprevedibile nella quale sono annunciate nella capitale quattro manifestazioni. I quattro cortei sono indetti: da Eurostop; dall' Associazionismo  di centro sinistra filo Unione Europea con la partecipazione incomprensibile di Cobas, centri sociali, migranti e Rifondazione comunista; dalla destra; dai Federalisti europei. Questi ultimi si uniranno poi con i centri sociali, Cobas, migranti, rifondatori comunisti e associazioni di centro sinistra. L' insieme della giornata è troppo carico di iniziative. La settimana era prevista da mesi ma per mesi non...

Petrolio. "Boom" Iran; record di export a febbraio; produzione 2016 +1mb/g. In crisi l'accordo Opec-non Opec.

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L’ andamento del mercato petrolifero degli ultimissimi anni rappresenta probabilmente una crisi dello stesso e l’ abbondanza di offerta di greggio non è un segnale positivo, la prova che non ci saranno problemi di produzione in futuro, ma un sintomo negativo, la conseguenza della rottura dell’ equilibrio del mercato.  I media spiegano la situazione solo con lo sviluppo dello shale gas USA, ma la congiuntura attuale è determinata anche da altri processi in corso e il cambiamento in atto potrebbe essere il più radicale di tutta l’ era del petrolio. Il crollo del prezzo nell’ ultimo fine settimana Negli ultimi giorni, dopo i dati settimanali sulle scorte USA che continuano a crescere, il prezzo del greggio è crollato di oltre il 7% e l’ accordo per il taglio di produzione tra Opec e 11 paesi non Opec appare ormai in tutta la sua fragilità, molto di immagine e di propaganda e poco di sostanza. Il giorno precedente l’Iea, Agenzia energica dei paesi OCSE, aveva ammon...

Il futuro di Iran-Iraq e il declino dei paesi non Opec

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La produzione petrolifera complessiva dei paesi non Opec, oggi 62 mb/g su 95 mb/g totali, inizierà a diminuire entro pochi anni o addirittura entro pochi mesi. Contemporaneamente crescerà la percentuale di mercato dell’ Opec che ha il 66% delle riserve accertate mondiali e soprattutto aumenterà l’ importanza strategica di Iran e Iraq che insieme hanno il 20% delle riserve mondiali, producono oggi circa l’ 8% della produzione globale e negli ultimi decenni non hanno sfruttato al meglio le proprie risorse a causa di sanzioni internazionali. C’ è oggi un’ abbondanza di petrolio come mai era successo nei decenni precedenti ? E’ vero che oggi c’è un’ offerta di petrolio superiore alla domanda, ma è sempre esistita una capacità di produrre petrolio in misura superiore a quanto richiedesse il mercato e l’ Opec, composta da tredici paesi grandi produttori, dalla sua fondazione ha sempre gestito le proprie  risorse in modo da tenere in equilibrio l’ offerta con la domanda e a...