lunedì 17 settembre 2018

"Yemen: non posso, non possiamo, restare in silenzio" Il post originale della ministra Trenta


Oggi in Macedonia e domani in Kosovo, ma ci tenevo a comunicarvi una cosa importante.

Come sapete sono una persona che prima di parlare preferisce studiare e prendere contezza dei problemi nel loro complesso. È un mio modo di essere e ne vado fiera. 

Ma davanti alle immagini di quel che accade in Yemen ormai da diversi anni, non posso restare in silenzio. Se lo facessi, sarei un’ipocrita. 

Ecco perché ho chiesto un resoconto dell’export, o del transito - come rivelato in passato da alcuni organi di stampa e trasmissioni televisive, che ringrazio - di bombe o altri armamenti dall’Italia all’Arabia Saudita. 

Fino ad ora, erroneamente, si era attribuita la paternità della questione al ministero della Difesa, mentre la competenza è del ministero degli Affari Esteri (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento-UAMA), al quale venerdì scorso ho inviato una richiesta di chiarimenti, sottolineando - laddove si configurasse una violazione della legge 185 del 1990 - di interrompere subito l’export e far decadere immediatamente i contratti in essere. 

Contratti - ricordo - firmati e portati avanti dal precedente governo.

La mia è una sana preoccupazione, politica e da essere umano, peraltro condivisa da ONU e Parlamento europeo. Affrontiamo il tema, non possiamo girarci dall’altra parte!
In questo senso, ho allertato il collega Moavero ovviamente, che sono certa si interesserà quanto prima dell’argomento.
Indipendentemente dal caso in questione, sono sempre stata convinta, ed oggi lo sono ancora di più, che fermare le guerre è importante, anche per fermare i flussi migratori.
Il dialogo e’ il sale della democrazia.

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