lunedì 18 marzo 2019

Sauditi e Scala: la solita polemica politica o imbarazzante irregolarità ?




La vicenda

L’ Arabia saudita sarebbe stata interessata ad entrare tra i fondatori permanenti del Teatro la Scala di Milano. I fondatori della Scala sono: le istituzioni pubbliche, la Camera di Commercio di Milano e nove società private: tre banche lombarde, Eni, Enel, Pirelli, Mapei, Fininvest, Generali.

La presenza tra i fondatori da diritto a un posto nel Consiglio di Amministrazione del Teatro.

I contatti avvengono direttamente tra il Sovrintendente della Scala Pereira e il principe Badr, ministro della cultura dell’ Arabia saudita, presente alla prima della Scala il 7 dicembre 2018. Pereira afferma di aver informato i membri del CdA della richiesta saudita.

De Scalzi, presidente dell’ Eni, avrebbe suggerito di fare entrare tra i fondatori la Saudi Aramco, l’ impresa petrolifera statale. Qualcuno avrebbe preferito un soggetto istituzionale, quindi il ministero della cultura saudita.
Il candidato alla presenza nel CdA sembra comunque essere sempre il principe Sadr.

Appena uscite le prime polemiche il principe Sadr, avrebbe versato dal suo conto personale tre milioni di euro come garanzia. Il Presidente della regione Lombardia Fontana ha un colloquio con il Sovrintendente l’ 8 marzo e apprende che sarebbe già stato versato un acconto. Fontana afferma che un fatto del genere giustificherebbe il licenziamento del Sovrintendente.

Della cosa discute il CdA della Scala che si riunisce lunedì 18 marzo e alla fine il sindaco Sala dichiara che per il momento non se ne fa di nulla e saranno restituiti i soldi ai sauditi, anche se non c’è alcun pregiudizio politico nei confronti dell’ Arabia saudita. Il versamento dell’ acconto però non avrebbe rispettato le regole formali delle donazioni.

Domande

Non è che il principe saudita Sadr aveva solo l’ ambizione personale a partecipare al CdA della Scala ed ha cercato l’ aiuto diretto di Pereira per soddisfare questa sua ambizione ?

Non è che si vuole chiudere la vicenda facendola passare per la solita polemica politica, per coprire invece un’ imbarazzante irregolarità della procedura, imbarazzante per la Scala e il suo Sovrintendente, ma imbarazzante anche per l’ immagine dell’ Arabia Saudita nel nostro paese ?

M.P.

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